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UN SABATO VISSUTO PERICOLOSAMENTE La seconda giornata di gara della Formula E in Arabia Saudita è stata decisamente movimentata, tra incidenti spettacolari e anche pericolosi (soprattutto per Edoardo Mortara e Alex Lynn, di quest'ultimo potete vedere il video nel tweet qui sotto), penalizzazioni a raffica e addirittura un attacco missilistico fortunatamente sventato. I dettagli su quest'ultimo episodio da brividi sono emersi alcune ore dopo la bandiera a scacchi: sul cielo sopra il circuito di Ad Diriyah si era sentito un forte scoppio e le autorità hanno poi confermato che si trattava di un missile intercettato dalle difese saudite e non di un fuoco d'artificio come immaginato da molti.
فيديو حصري للحظة وقوع الحادث المروع وإنقلاب سيارة فريق ماهيندرا الذي تسبب في إيقاف السباق الثاني. السائق خرج بسلام. #فورمولا_إي_الدرعية#DiriyahEPrixpic.twitter.com/KCBTrt04fE
— سعودي شفت (@SaudiShift) February 27, 2021
NESSUN FERITO L'Arabia Saudita dispone, grazie ai missili Patriot di produzione americana, di una delle migliori armi antiaeree con cui contrastare questo genere di attacchi, purtroppo piuttosto frequenti nella zona. Questo ha garantito la sicurezza dei presenti e infatti non si sono registrati dei feriti, anche se i detriti generati dallo scoppio hanno danneggiato una casa. Un generale saudita ha dichiarato all'emittente Al Jazeera che il responsabile dell'attacco è il movimento ribelle yemenita degli Houti.
SITUAZIONE BOLLENTE L'episodio rientra nella crisi che si sta vivendo nella penisola araba e che ha come epicentro lo Yemen. Nella nazione è in corso da anni una guerra civile che sta mietendo un gran numero di vittime e che vede scontrarsi musulmani sciiti, come i già citati Houti, e sunniti, supportati proprio dall'Arabia Saudita. Uno scontro che è diventato una prova di forza per le nazioni del Medio Oriente e che vede impegnato in sostegno agli sciiti anche l'Iran. Le Nazioni Unite hanno definito la situazione locale la più grande crisi umanitaria del momento.
Formula E ePrix Ad Diriyah 2021: Nyck De Vries (Mercedes) è leader della classifica piloti
F1 SEI SICURA? All'ePrix di Ad Diriyah era presente anche il principe ereditario Mohammed bin Salman, ma non è stato chiarito se l'attacco fosse diretto all'evento di Formula E. Quel che è certo è che la situazione nella zona è particolarmente rischiosa, dato che ieri sera si sono registrati altri lanci di razzi e droni. A questo quadro si aggiungono le polemiche internazionali nei confronti proprio del principe, accusato di essere il mandante dell'omicidio del giornalista Jamal Kashoggi. Tutto questo si scontra con il tentativo di dare una nuova immagine dell'Arabia Saudita, operazione che vede lo sport - e il motorsport in particolare - grande protagonista. Dopo la Dakar di gennaio e l'ePrix di questo weekend, a dicembre la F1 correrà a Jedda il GP Arabia Saudita: una scelta già criticata per il mancato rispetto dei diritti umani di cui è accusato lo stato arabo e che non potrà che essere ancora più nell'occhio del ciclone dopo le notizie di questi giorni.
LA RICHIESTA AD HAMILTON Non stupisce che a Lewis Hamilton sia arrivata una richiesta forte da parte di una cinquantina di ONG arabe che si occupano di difesa dei diritti civili, le quali hanno pregato il pilota della Mercedes di non partecipare alla gara in programma nel prossimo dicembre, o quantomeno di gareggiare con un adesivo e/o una maglietta di protesta. Nella missiva inviata al sette volte campione del mondo si legge: ''Hai dimostrato un coraggio immenso nella tua lotta. Se il miglior pilota di F1 si rifiutasse di competere in Arabia Saudita, se ne parlerebbe e potrebbe essere di grande aiuto per convincere il Paese a cambiare finalmente la propria concezione sui diritti umani''.