World's Fastest Gamer: tecnica di guida e precisione assolute, ecco le chiavi per essere competitivi sullo stretto circuito di Zandvoort, sede del secondo round del concorso della McLaren
UN FERRAGOSTO IN PISTA Dalla velocità pura del circuito di Silverstone GP alla tecnica di guida, alla precisione e all'abilità nel destreggiarsi tra le strettissime curve del piccolo tracciato di Zandvoort. Il secondo appuntamento del World's Fastest Gamer è andato in scena durante la settimana di Ferragosto sul circuit park dei Paesi Bassi, situato sulla costa olandese del Mare del Nord. Dopo la prima tappa in cui ci siamo classificati intorno alla 300esima posizione su 1000 partecipanti, siamo scesi in pista in questo secondo round con la strenua determinazione nel fare meglio. Com'è andata? Continuate a leggere!
GO-KART STYLE Abituati a spingere a tavoletta con la nostra McLaren 650S GT3 sulle rapidissime curve del circuito di Silverstone, potete immaginare quale può essere stato l'esordio sui strettissimi sali e scendi della pista di Zandvoort. Dopo nemmeno due curve... dritti nelle vie di fuga! Ma non ci siamo arresi e dopo diversi tentativi siamo riusciti a capire come si guida su questo angusto circuitino, molto più vicino a un kartodromo che a una vera pista per auto da corsa. I primi riferimenti cronometrici, però, ci hanno fatto andare il morale sotto i tacchi...
LENTO E TORTUOSO Il Circuit Park di Zandvoort, infatti, è un tracciato parecchio impegnativo, che richiede una grande abilità di guida nell'affrontare correttamente tutte le insidie che si nascondono nelle sue varie chicane. Costruita vicino al mare, la configurazione odierna è di 4,307 km e, nel corso del tempo, è stata modificata più volte perdendo la sua iniziale caratteristica di pista medio-veloce diventando molto più lenta e tortuosa. Le sue peculiarità? Il primo tornantino sopraelevato, chiamato Tarzan, il velocissimo tratto da aggredire a piena velocità e che va dalla cresta Hunse verso la curva in salita Rob Slotemaker (terminando nella cieca Scheivlak), senza dimenticare la “Audi S” che comprende le strettissime curve 12 e 13 a pendenza variabile.
DUE VOLTE IN TOP 100 Da veri piloti virtuali, però, non ci siamo fermati davanti alle difficoltà e quindi abbiamo cominciato a prendere sul serio le misure a questo kartodromo travestito da pista più grande al volante della nostra McLaren. Con il set-up di base abbiamo firmato inizialmente dei tempi superiori all'1'38''... Poi però abbiamo utilizzato le modifiche già provate in quel di Silverstone: come per magia, eccoci dentro la Top 100 con un interessante 1'37''849. La pratica rende perfetti, e quindi con diversi altri tentativi in configurazione da “hotlap” il nostro best time è sceso sull'1'36''474. Di nuovo dentro i primi 100 migliori piloti virtuali al mondo... Che soddisfazione!
DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA Da quel momento in poi, però, limare anche solo qualche decimo è stato una vera e propria impresa: aprire il gas in anticipo e tenerlo completamente spalancato tra la Hunse e la Rob Slotemaker piuttosto che a tre quarti, frenare molto meno e lasciar scorrere il più possibile la nostra 650S GT3 nelle esse e nelle ultime due curve prima del rettilineo... Tutti piccoli dettagli che alla fine del giro hanno fatto la differenza, al punto che il nostro ultimo best lap ha fermato il cronometro sull'1'36''459. La nostra posizione finale? 187esimi su oltre 600 partecipanti a questa seconda fase, a “soli” 2.428 secondi dai migliori della classe. Niente male! Ora ci attende il terzo round: si ritorna a Silverstone, stavolta sulla variante International. Continuate a seguirci!