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ATMOSFERA AVVELENATA Oltre a rimandare al mittente tutte le accuse di aver infranto il budget cap traendone vantaggio in pista, Chris Horner ha provato a dipingere la bufera che ha travolto la Red Bull come una vicenda dalle pesanti conseguenze psicologiche per il personale della scuderia, arrivando fino a denunciare episodi di bullismo nei confronti dei figli dei dipendenti. Al di là della narrativa del team principal, è vero che ad Austin si è avuto un primo assaggio della reazione degli appassionati alle notizie delle ultime settimane: il pubblico texano ha riservato fischi e buuu a Max Verstappen e Sergio Perez.
WOLFF REPLICA Sulla vicenda è intervenuto Toto Wolff, che ai microfoni di Sky F1 Germania ha dapprima replicato così al collega della Red Bull: ''Ho quasi dovuto piangere quando l'ho sentito...'' ha detto il boss della Mercedes, accusando Horner di tentare un'operazione di psicologia inversa raccontando la sua squadra come vittima della situazione. Poi ha aggiunto, ricordando la giustificazione legata alle spese di catering: ''Il fatto è che una squadra sostiene di essere scivolata su presunti problemi non legati alle prestazioni, ma che si applicano anche a tutti noi. Abbiamo anche pensato a quanti panini diamo alle persone e come affrontiamo altri capitoli di costi. Qualunque cosa abbiano speso, che si tratti di un milione, due o cinque, non lo so, è un vantaggio monetario che può essere tradotto in sviluppo''.
NO A ESCALATION Wolff ha però voluto sottolineare come nessuno voglia vedere la Red Bull e i suoi piloti diventare un bersaglio dei tifosi avversari, condannando i fischi a Verstappen e Perez: ''Non è affatto tollerabile. I fischi sul podio o nei forum con i fan sono un'escalation e nessuno vuole vederla. Questo non deve accadere. Dobbiamo cercare di riportare i nostri fan in carreggiata. Combattiamo dentro e fuori la pista, ma non abbiamo tali animosità l'uno contro l'altro''.