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Il Cavallino non molla e presenta istanza di revisione contro la vittoria a tavolino di Hamilton a Montreal. Ecco come può vincere il ricorso
ISTANZA DI REVISIONE Era nell’aria da alcuni giorni e alla fine il “Piano B” della Ferrari è diventato realtà. La Scuderia di Maranello ha infatti confermato di aver presentato istanza di revisione del risultato sportivo dello scorso Gran Premio del Canada, formalmente vinto da Lewis Hamilton dopo che però era stato Sebastian Vettel a transitare per primo sotto la bandiera a scacchi. Una decisione, quella del collegio dei commissari guidato da Emanuele Pirro che, a distanza di quasi due settimane, continua evidentemente a far discutere il popolo degli appassionati...
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— Formula 1 (@F1) June 9, 2019
I FATTI È il giro 48 della gara di Montreal quando Sebastian Vettel, splendido poleman il giorno precedente e dominatore sin dal primo giro, arriva lungo in staccata verso la chicane di curva-3 saltando sull’erba della piccola via di fuga. Nel rientrare in pista, il quattro volte iridato controsterza verso destra tagliando di fatto la strada al rivale della Mercedes, poi costretto a pestare per tre volte sul pedale del freno per evitare il contatto. Il risultato? Al termine di un confronto lungo 13 minuti, nella “stanza dei bottoni” la scelta è unanime: gli steward penalizzano Seb con cinque secondi da aggiungere al tempo finale di gara. Il che significa che l’ex Red Bull, pur tagliando il traguardo davanti a tutti, dovrà cedere il successo a Hamilton.
STRASCICHI POLEMICI Una scelta che, come detto, farà molto discutere spaccando in due grosse fazioni il popolo degli appassionati e gli stessi addetti ai lavori. In casa Ferrari, però, la vicenda viene presa molto sul serio: Vettel all’inizio si rifiuta di salire sul podio, poi addirittura scambia platealmente i cartelli del vincitore e del secondo classificato, in una scenetta divenuta ormai virale e oggetto di numerosi meme sul web. A Maranello, intanto, si sentono derubati di una vittoria meritata ed espongono all’ingresso dalla sede di via Enzo Ferrari la classica bandiera con il Cavallino rampante, simbolo di ogni successo nel mondiale, proprio mentre alcune agenzie di scommesse sportive (come Snai) decidevano di pagare come vincenti le puntate sul successo della Rossa numero 5.
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GLI SVILUPPI Dopo la bandiera a scacchi la Ferrari aveva 96 ore di tempo per presentare ricorso alla Fia, una strada poi non percorsa visto che è lo stesso regolamento – nonostante nel comunicato in cui si ufficializzava la sanzione fosse fatto esplicito riferimento alla possibilità di appellarsi – a vietare istanze contro le penalità in termini di tempo. Per questo motivo, gli uomini in rosso guidati dal direttore sportivo Laurent Mekies, ex uomo Fia deputato alla stesura dei regolamenti, hanno lasciato decorrere il termine per il ricorso. Studiando però il cosiddetto “Piano B”, e cioè quello di presentare un’istanza di revisione del risultato sportivo del Gp del Canada. Il che significa che, evidenziando nuove prove a sostegno della tesi secondo cui Vettel non ha volutamente chiuso la porta a Hamilton, la Ferrari potrebbe riottenere in tribunale la vittoria consegnata a tavolino agli avversari.
LE NUOVE PROVE Secondo quanto riportato nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, l’istanza è tutt’altro che disperata e le possibilità che alla fine Vettel si riscopra vincitore della prima gara stagionale sarebbero in aumento rispetto a una settimana fa. Ma quali sono le nuove prove nelle mani di Mekies? Il tedesco è stato penalizzato per via del suo rientro in pista giudicato pericoloso dai commissari, ma in casa Ferrari sono convinti di poter dimostrare – telemetria e dati Gps alla mano, già analizzati ma solo in maniera parziale dagli steward prima della decisione – che Seb ha solo controsterzato per mantenere il controllo della monoposto rientrando in pista nel modo più sicuro possibile considerando le precarie condizioni di aderenza. La tesi della difesa sostiene inoltre che il ferrarista si sia mantenuto più a sinistra rispetto alla traiettoria ideale con l’intento di lasciare quanto più spazio possibile al rivale e che non ci sia stato alcun guadagno nel tagliare la curva, ma una perdita di due secondi su Hamilton.
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VOLONTARIETÀ Tutte prove che, insieme alle nuove immagini frontali del casco del pilota che non sembrerebbe cercare la Mercedes negli specchietti, evidenzierebbero una chiusura a muro involontaria. E proprio la volontarietà del gesto sarebbe la discriminante rispetto al precedente della passata stagione, in cui Max Verstappen aveva spinto fuori pista Kimi Raikkonen dopo aver saltato la Triangle Chicane di Suzuka. Allo stesso tempo, l’involontarietà era uno dei fattori che aveva portato i commissari a graziare Hamilton nell’episodio con Ricciardo nel Gp di Monaco 2016, con il britannico costretto a controsterzare dopo aver messo le gomme slick sulla via di fuga ancora viscida per la pioggia. Insomma, la difesa è sicuramente ben articolata anche se la partita resta ancora del tutto aperta e dagli esiti imprevedibili. Già nelle prossime ore, come riporta Motorsport.com, potrebbe arrivare la risposta della Federazione che dovrebbe stabilire alla presenza dei quattro steward del Gp canadese l’ammissibilità dell’istanza di revisione. Obiettivo? Avere un definitivo vincitore della gara di Montreal almeno entro l’inizio delle operazioni a Le Castellet…