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SALVATE IL SOLDATO SEB Dici “Ungheria” e quasi automaticamente pensi a Sebastian Vettel. Il pilota tedesco è stato senza ombra di dubbio il protagonista del fine settimana della Formula 1 a Budapest, iniziato conscarpe, mascherina e casco a tema arcobaleno– in segno di protesta contro le norme repressive della libertà personale tanto care al governo di Viktor Orban – proseguito con ilsecondo posto sul podio dell’Hungaroringe concluso con le polemiche, prima per la t-shirt “Same Love” mostrata durante l’inno nazionale magiaro e poi per lasqualifica della sua Aston Martin dall’ordine d’arrivo del Gp. Insomma, un weekend dalle emozioni forti, tra questioni regolamentari e politico-sociali per l’ex pilota Ferrari.
F1 GP Ungheria 2021, Budapest: Sebastian Vettel (Aston Martin Racing) dopo il traguardo
IL GIALLO-SQUALIFICA DI SEBASTIAN VETTEL: L’APPELLO DI ASTON MARTIN E L’AMR21 “SEQUESTRATA” DALLA FIA
Partiamo ovviamente dalla fine, e cioè dal risultato sportivo cancellato dalla (severa) regola che impone la squalifica della monoposto dalla quale non sia stato possibile prelevare un campione di almeno un litro di carburante per condurre le consuete verifiche di fine gara. Così, a cinque ore dalla bandiera a scacchi di Budapest, Seb è stato estromesso dall’ordine d’arrivo finale, con la conseguente promozione di Lewis Hamilton sul secondo gradino del podio e la Ferrari di Carlos Sainz al terzo posto. Un provvedimento inevitabile visto che i commissari, coadiuvati dai meccanici del team anglo-canadese, sono riusciti a prelevare soltanto 300 milligrammi di carburante dal serbatoio della macchina numero 5, nonostante la strumentazione parlasse di ancora 1.74 litri disponibili. Per questo, il team principal Otmar Szafnauer ha presentato ricorso, con la monoposto del tedesco che è stata “sequestrata” in un laboratorio della Federazione Internazionale, per scoprire dove sia finita la misteriosa… benzina mancante.
F1 GP Ungheria 2021, Budapest: Sebastian Vettel (Aston Martin Racing)
PARLA SZAFNAUER Secondo i calcoli della Casa britannica, che chiede di riammettere Vettel nel risultato del Gp d’Ungheria, dopo l’estrazione dei famigerati 300 ml resterebbero ancora 1.44 litri di benzina in macchina, probabilmente finiti all’interno delle pompe e dei vari condotti. E mentre, in Francia, gli uomini Fia cercano di prelevare altri 700 ml dal serbatoio – fortuna, in questo caso, che c’è la pausa estiva – la tesi difensiva di casa Aston Martin è legata anche alla dimostrazione che 0.3 litri siano sufficienti a dimostrare la regolarità del carburante utilizzato. “Sulla base dei dati a nostra disposizione – ha spiegato il team principal Szafnauer – ci dovrebbero ancora essere 1.44 litri di benzina all’interno della macchina di Sebastian, anche dopo il prelievo del campione di 300 millilitri. In ogni caso, la nostra volontà è quella di dimostrare alla Fia che quel campione è sufficiente per le loro verifiche. Questo è il punto alla base del nostro ricorso”.
LA POLEMICA “ARCOBALENO”: I POLITICI UNGHERESI CONTRO SEBASTIAN VETTEL
Come detto, il secondo tema che vede Vettel al centro del dibattito, è quello relativo alla maglietta “Same Love” su fondo arcobaleno, indossata sia nel momento We Race As One, sia durante l’esecuzione solenne dell’inno nazionale ungherese. Ed è qui che si è consumato l’illecito procedurale che è poi sfociato in una reprimenda all’indirizzo di Sebastian – e di Sainz, Bottas e Stroll, che avevano a loro volta dimenticato di togliere la classica t-shirt nera – così come spiegato dal direttore di gara Michael Masi: “All’inizio di questa stagione, in seguito a una discussione interna tra Formula 1 e Fia, abbiamo chiarito che durante l’esecuzione degli inni dei Paesi ospitanti nessun pilota deve indossare niente di diverso dalla propria tuta da gara. È stata la prima volta in cui abbiamo visto un’infrazione alla procedura”.
HAMILTON SUPPORTA SEB Lo stesso Vettel, subito dopo la fine del Gp, interrogato sul tema (e ben prima che si palesasse il problema della benzina), aveva usato toni molto duri circa l’investigazione per l’utilizzo non corretto della t-shirt arcobaleno. “Io sotto indagine? Allora che mi squalifichino pure – aveva tuonato il tedesco ai microfoni di Sky – ne sarei felice, davvero. Ho messo quella maglietta per tutte le persone che soffrono in questa nazione a causa di leggi che, invece di tutelare i bambini, li minacciano”. Una protesta condivisa anche da Lewis Hamilton: “Sono orgoglioso di lui. Non c’è nessuna regola che dice quale colore di t-shirt devi indossare, e supportare la comunità LGBTQ+ non può essere oggetto di rimprovero. Queste sono stronzate, bravo Seb! La prossima volta avrò anche io la stessa maglietta”.
LA DESTRA UNGHERESE Così, mentre il quattro volte campione del mondo si è detto disponibile persino a mettere all’asta la maglia arcobaleno indossata in Ungheria per raccogliere fondi a sostegno della battaglia LGBTQ+, la destra ungherese ha risposto con violenza al messaggio pacifico di Vettel attraverso uno spiacevole accostamento al nazismo. “I tedeschi sono sempre stati piuttosto bravi nell’utilizzare simboli politicamente corretti durante gli avvenimenti sportivi – ha scritto sui social Tamas Deutsch, europarlamentare di Fidesz, lo stesso partito del primo ministro Viktor Orban, pubblicando una foto che raffigura gli spettatori di un intero stadio impegnati nel saluto nazista durante le Olimpiadi di Berlino 1936 – per influenzare l’opinione pubblica. Lo fanno in modo sottile, colto, europeo. Chi vuole intendere, intenda”. Il post è stato poi rimosso dalla pagina Facebook dell’esponente politico del partito di maggioranza ungherese.