SITUAZIONE DIFFICILE In Ungheria, il governo del premier Viktor Orban è ampiamente considerato anti comunità LGBTQ+ e all'inizio di luglio ha promosso un nuovo referendum per introdurre nuove, discusse, norme che secondo i critici vanno a confondere l'omosessualità con la pedofilia. La nuova normativa rende reato “promuovere o ritrarre” l'omosessualità o la riassegnazione di genere ai minori e vincola l'educazione sessuale nelle scuole a organizzazioni specificatamente approvate dal governo. Lo scorso anno erano già state approvate altre leggi che vietano la rappresentazione dell'omosessualità nei media a chiunque abbia meno di 18 anni e il divieto di adozione per le coppie dello stesso sesso.
L'APPELLO DI HAMILTON Dallo scorso anno la F1 ha promosso diverse iniziative contro le discriminazioni, riassumibili nello slogan ''We race as one'' (''Corriamo all'unisono''). Alla vigilia del GP Ungheria non stupisce dunque registrare la presa di posizione contro il governo Orban di due dei piloti più famosi del Circus, già impegnati in diverse battaglie sociali: parliamo di Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. Il pilota della Mercedes ha affidato i suoi pensieri a una storia su Instagram: ''A tutti in questo bellissimo paese, l'Ungheria. In vista del Gran Premio di questo fine settimana, voglio condividere il mio sostegno a coloro che sono colpiti dalla legge anti-LGBTQ+ del governo. È inaccettabile, codardo e fuorviante che chi è al potere suggerisca una legge del genere. Tutti meritano di avere la libertà di essere se stessi, indipendentemente da chi amano o da come si identificano''. Il britannico, che in settimana ha lanciato una nuova fondazione benefica a sostegno dei gruppi di giovani sottorappresentati nel Regno Unito, ha esortato gli ungheresi a votare contro le proposte del governo.
LE SCARPE DI VETTEL Ancora più evidente la protesta di Vettel, presentatosi all'Hungaroring con un paio di Converse recanti l'arcobaleno simbolo della comunità LGBTQ+ (foto copertina). Nella conferenza stampa del giovedì, il pilota dell'Aston Martin ha dichiarato: ''Ognuno è libero di fare ciò che vuole e immagino sia esattamente questo il punto. Trovo imbarazzante per un paese che è nell'Unione Europea dover votare o avere leggi come questa. Penso solo che abbiamo avuto così tante opportunità di imparare dal passato e non riesco a capire perché si stia lottando per far sì che tutti possano essere liberi di fare ciò che vogliono e amare chi gli piace, sulla falsariga di ' vivi e lascia vivere'. Quindi ovviamente non spetta a noi fare la legge, non è il nostro ruolo, ma penso solo ad esprimere il sostegno ovviamente a coloro che ne sono colpiti''. A giugno Ursula von der Leyen, presidente della Commisione UE, aveva definito il disegno di legge discriminatorio e ''una vergogna'', mentre il Parlamento Europeo ha votato a favore di un'azione legale contro contro la legge che Orban ha utilizzato come giustificazione per il referendum.