Quella che si sta per concludere con le ultime due tappe in programma in Arabia Saudita e Abu Dhabi, sarà la stagione più lunga della storia della Formula 1. Un campionato che, dopo l’iniziale previsione di 23 gare, si chiuderà con 22 GP, in attesa della prossima stagione che batterà (pandemia permettendo) il record di questo 2021. E mentre gli organizzatori del Mondiale sembrano preparare un futuro in cui si toccheranno addirittura i 25 appuntamenti iridati, i meccanici sono costretti a un tour de force senza precedenti per portare le auto in pista domenica dopo domenica, magari con spostamenti di migliaia di km da effettuare in poche ore. A sorpresa, c’è però una voce fuori dal coro di chi protesta per la stagione troppo lunga…
F1 GP Messico 2021, Città del Messico: Kimi Raikkonen (Alfa Romeo Racing)
IL PARERE DI KIMI Nelle prossime due domeniche i motori si riaccenderanno a Jeddah e poi a Yas Marina, per concludere un 2021 in cui, nelle ultime sei settimane, si sarà corso in ben cinque occasioni. Nel mirino dei critici c’è soprattutto il trittico di gare tra Messico, Brasile e Qatar, che ha messo a dura prova la resistenza fisica dei meccanici e degli addetti ai lavori, oltre ad aver sfidato anche il solidissimo sistema logistico che governa la Formula 1. Di diverso avviso i piloti, già invece da tempo abituati a continui voli intercontinentali, tra weekend di gara e test privati o sessioni di guida al simulatore. “Prima – ha spiegato in tal senso il veterano Kimi Raikkonen – c’erano 17 gare ma comunque avevamo i test tra un GP e l’altro. Quindi credo che adesso sia anche meglio, perché ci sono più corse in programma e non dobbiamo dedicarci ai test privati tra un weekend e l’altro”.
F1 2021: Kimi Raikkonen
SI STA MEGLIO ADESSO Secondo il 42enne, campione del mondo 2007 con la Ferrari, ormai prossimo alla “pensione” dalla Formula 1 al termine delle ultime due gare al volante della sua Alfa Romeo Racing, dunque, l’assunto “si stava meglio quando si stava peggio” non funziona. Almeno, non in questo caso: “Non credo che, all’epoca, eravamo più rilassati, ma c’erano semplicemente meno gare da fare. Cosa ho fatto nelle ultime tre settimane di GP consecutivi? Sono riuscito a tornare a casa. Anche se solo per un paio di giorni, mi sono goduto questa possibilità, anche perché il jetlag non mi ha mai dato fastidio. Ovviamente tante persone, specialmente i meccanici, hanno avuto lunghissime giornate di lavoro soprattutto quando le auto sono arrivate in ritardo (come nella trasferta tra Messico e Brasile, ndr). A Interlagos hanno dovuto lavorare fino a notte fonda, il che ovviamente è stato particolarmente duro”.