RUSSIA ALL'ANGOLO Stamattina in Ucraina è scoppiata una guerra, in Europa, dove non si combatteva dagli anni '90 con la crisi politica dell'ex Jugoslavia. A dare il via a tutto Vladimir Putin, che ha inviato le truppe russe a invadere la confinante ex repubblica sovietica. Già ieri Nikita Mazepin era stato interpellato sulla questione, e aveva minimizzato la possibilità che il Gran Premio della Russia venisse cancellato, ma in poche ore tutto è precipitato, e ora, per come si sta configurando lo scenario internazionale, il rischio della cancellazione dell'evento russo è tutt'altra che un'ipotesi. La condanna del mondo del motorsport nei confronti della Russia è stata pressoché unanime, ma in particolare hanno un peso le parole di Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo e tra i piloti più impegnati per le tematiche sociali.
BOICOTTAGGIO ''Stamattina, appena svegliato, ho letto la notizia e sono rimasto scioccato. È orribile vedere cosa sta succedendo in Ucraina, delle persone moriranno a causa di una questione stupida e di un leader folle. Sicuramente ne parleremo con gli altri piloti, perché sin da subito ho pensato che avremmo corso a Sochi il 25 settembre. Io, però, la mia decisione l'ho già presa: penso che non dovremmo andare, anzi io di sicuro non andrò''. Queste le parole del campione tedesco, e non è il primo nel mondo dello sport ad aver preso questa decisione. Nel basket il Barcellona si è rifiutato di andarea a giocare a San Pietroburgo per il turno di Eurolega, mentre la Formula 1 ha semplicemente spiegato che sta ''monitorando la situazione con molta attenzione'' e che sarà presa la decisione migliore per il bene di tutti. Nella conferenza stampa seguente, quella dei team principal, Mattia Binotto ha definito la situazione: ''Terribile, ma per il GP ci sono ancora tanti mesi e speriamo che la situazione migliori. In questo momento, data la drammaticità della situazione però, la garà non è sicuramente la priorità''.