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CAOS AL MURETTO Ferita dall'errore che ha posto fine alla gara di Charles Leclerc, la Ferrari ha cercato di salvare il salvabile nel GP Francia con Carlos Sainz. Lo spagnolo ha rimontato con grinta e rapidità dal diciannovesimo posto da cui partiva, arrivando a lottare con George Russell e Sergio Perez per la terza posizione. Una battaglia condizionata dal fatto che lo spagnolo avesse sul groppone una penalità di 5 secondi per unsafe release ricevuta per la ripartenza dopo il suo primo cambio gomme, quando ha tagliato la strada a una Williams che ha dovuto inchiodare per evitare il contatto. Un errore dei meccanici che gli hanno dato via libera e che ha creato confusione nel muretto Ferrari anche a livello di strategia.
F1 2022, GP Francia: il sorpasso di Sainz su Perez
DUBBIO AMLETICO Nei dialoghi via radio con il suo ingegnere di pista Riccardo Adami, Sainz si è confrontato a lungo cercando di capire cosa fosse meglio fare nell'ultima parte di gara. Lo spagnolo, a differenza degli altri piloti nelle posizioni di vertice, montava gomme medie montate durante il periodo di Safety Car successivo all'incidente di Leclerc, avvenuto al diciottesimo giro. In quel momento, dopo aver superato con una bella manovra Russell, Sainz non sembrava in grado di ripetersi sulla Red Bull di Perez. Dunque che fare? Rientrare e provare a prendersi quantomeno il giro veloce, sapendo che con la penalità sarebbe comunque sceso di nuovo in quinta posizione, oppure restare in pista? Paradossalmente, la confusione è aumentata quando Sainz è riuscito improvvisamente a superare Perez, diventando terzo in pista, ma con la necessità di aprire un gap di 5 secondi per mantenere la posizione annullando la penalità: poco dopo la manovra sul messicano, la Ferrari ha sorprendentemente richiamato Sainz al box per montare un nuovo set di gomme medie, facendo scivolare ai margini della zona punti. La rimonta fino al quinto posto è stata poi piuttosto semplice proprio per via degli pneumatici freschi, così come ottenere il miglior giro e il punto addizionale. Ma non sarebbe stato meglio lasciare lo spagnolo in pista dopo il sorpasso su un Perez in crisi con le sue gomme dure?
ROSBERG CRITICO Tutta la gestione del finale di gara di Sainz, compresi dei messaggi via radio arrivati proprio mentre era ruota a ruota con Perez, ha lasciato sbigottito Nico Rosberg: ''Scuotevo la testa, dicendo 'cosa diavolo fanno lì'? Prima di tutto, era nel bel mezzo di una grande battaglia in pista e tutta la sua squadra non lo stava guardando, tenevano la testa bassa a fare i calcoli sui tempi dei pit-stop e nel mezzo dell'azione ruota a ruota gli parlavano. Ero tipo 'ragazzi, cosa diavolo state facendo?'. E poi Carlos era terzo e comodamente sarebbe stato in grado di rimanere lì, le gomme sarebbero andate bene fino alla fine e avrebbe ancora avuto la possibilità di prendere Lewis per la seconda posizione. Invece lo hanno chiamato dentro senza possibilità di andare oltre la quinta posizione dove è finito. Penso che sia ora che apportino dei cambiamenti, dei cambiamenti seri. Ho un giudizio terribile e non riesco a spiegarlo. Mattia (Binotto) ha davvero bisogno di andare oltre e apportare alcuni seri cambiamenti ora''.
SAINZ DIFENDE LA FERRARI Nonostante i momenti caotici vissuti (compreso un errato messaggio di Adami che gli comunicava uno stop&go di 5 secondi al posto dei semplici 5 secondi aggiuntivi di penalità), Sainz ha spiegato di essere certo che il muretto avesse i suoi buoni motivi per operare come ha fatto: ''Dobbiamo fidarci dei numeri perché su questo basiamo le nostre strategie. Sono sicuro che l'hanno fatto con le migliori intenzioni, quando sei in una posizione da podio dopo essere partito per ultimo, l'ultima cosa che vuoi fare è andare ai box, toglierti di mezzo e perdere 32 secondi al pit stop. Forse è per questo che ero disposto a correre qualche rischio in più lì. La squadra alla fine ha giocato sul sicuro con le gomme e lo capisco perfettamente. Penso fossero convinti che fosse un buon giro per fermarsi anche considerando la battaglia con Checo. Alla fine sono stato io a dire loro che non credevo fosse possibile arrivare in fondo senza sosta, ma poi ho superato Checo e con aria pulita e la terza posizione ho detto 'proviamo'. Finalmente avevo superato Checo, rischiando la vita e a quel punto pensavo 'sì, proviamo a finire sul podio' perché sapevo che il pit stop mi sarebbe costato 32 secondi. Ma alla fine avevano più dati di me, quindi ho seguito le istruzioni e sono sicuro che lo analizzeremo insieme e mi spiegheranno perché hanno preso quella decisione. La squadra è nella posizione migliore per prendere la decisione''.