PAPA' ESAGERATI In casa Red Bull è un periodo in cui le dichiarazioni dei papà ex piloti portano turbolenze. Oltre alle frasi razziste pronunciate da Nelson Piquet, il team austriaco si è trovato a dover gestire anche le critiche pubbliche mosse da Jos Verstappen all'indomani del GP Monaco, gara vinta da Sergio Perez. L'olandese ha scritto sul sito ufficiale del figlio che il team austriaco non aveva aiutato Max, favorendo il successo del messicano. Dichiarazioni un po' fuori luogo, considerando che il campione del mondo in carica era comunque riuscito a salire sul podio dopo essere partito quarto, scavalcando il rivale diretto Charles Leclerc.
RICHIAMO ALL'ORDINE Ad occuparsi della questione è stato Helmut Marko, il quale ha raccontato al quotidiano De Limburger di aver telefonato a Jos Verstappen per richiamarlo all'ordine: ''Jos è fantastico ed è per questo che Max è arrivato così lontano. Quando Max è arrivato in F1, all'inizio a volte non è stato facile con Jos. Aveva un'opinione su tutto e, comunque, lo fa ancora. Le critiche post Monaco sono state particolarmente inutili. Creano risentimento all'interno del team e offre ai giornalisti qualcosa di cui scrivere. L'ho chiamato subito: 'Cos'è questo, Jos?'. Tutti possono avere la propria opinione, incluso Jos, ma non dovrebbe pubblicarlo sul sito Web di suo figlio. Ha detto: 'Sì, ma io sono il padre', il che va bene, ma non farlo in quel modo. Comunque, Jos è Jos. A volte può arrabbiarsi rapidamente e nulla di tutto ciò cambierà...''.
MEGLIO IL FIGLIO Dal padre, Max Verstappen ha ereditato in parte un carattere fumantino. Il 25enne, però, a differenza di Jos con gli anni è diventato più malleabile, come ha ammesso lo stesso Marko: ''Sono io a richiamarlo all'ordine, ma al giorno d'oggi raramente devo farlo. Max sa che voglio il meglio per lui e, se lo correggo, lo accetta''.