QUESTIONE RAPIDAMENTE RISOLTA La Red Bull ha comunicato di aver provveduto all'allontanamento dall'azienda di un dipendente colpevole di aver scritto dei messaggi con pesanti insulti razzisti. La vicenda è emersa sui social media nei giorni scorsi (sotto, un tweet inerente che mostra alcune schermate incriminate), ma è completamente separata dai commenti discriminatori piovuti nei confronti di Lewis Hamilton dopo l'incidente con Max Verstappen a Silverstone. Gli epiteti razzisti risalgono infatti al mese di maggio, all'interno di una discussione non ben chiarita, ma non relativa alla F1, quanto più al calcio, dato che viene nominato anche Ollie Watkins, attaccante dell'Aston Villa.
🚨CALL OUT RACISM🚨
— Ty Sports🎙 (@TyroneMc__) July 27, 2021
😡 I’m disgusted that last night I was sent these images of Dom Marino who works @redbull@redbullracing@redbullmotors using disgusting language.
Action needs to be taken. The others included are also very accountable and I will be doing what I can 🤜🏻🤛🏾 pic.twitter.com/CgNpeyNwfi
RUOLO SECONDARIO In un comunicato emesso quest'oggi, si legge: ''Condanniamo gli abusi razzisti di qualsiasi tipo e abbiamo una politica di tolleranza zero nei confronti del comportamento razzista. La persona in questione non è più un dipendente della Red Bull Racing''. Dom Marino, questo il nome del dipendente o quantomeno quello da lui utilizzato online, non era una figura di primo piano del team di F1.
CONTRO IL RAZZISMO Dopo il GP Gran Bretagna, la stessa Red Bull si era subito schierata contro gli insulti razzisti rivolti a Lewis Hamilton. Il team principal Chris Horner a riguardo ha dichiarato: ''Le emozioni altamente cariche non dovrebbero mai superare il limite dell'abuso razzista. Abbiamo un approccio di tolleranza zero verso tali comportamenti all'interno del nostro team e personalmente credo fortemente che i responsabili di questo tipo di abuso dovrebbero essere ritenuti colpevoli. Continueremo a sostenere la FIA e la F1 per sradicare questo dal nostro sport''.