Sembrava ormai tutto fatto – con tanto di richieste di verifica alle autorità antitrust – e, invece, alla finel’accordo tra Red Bull e Porsche è saltato. Il motivo è presto detto: i tedeschi non vogliono entrare in Formula 1 nel 2026 come semplice motorista ma intendono incidere nelle scelte del team che sarà spinto dalle loro power unit. E se Audi è in procinto di virare sull’acquisto di (parte della) Sauber, tanto cheAlfa Romeo ha già annunciato l’addio alla scuderia svizzeraal termine del Mondiale 2023, Porsche aveva individuato proprio in unajoint venture al 50% con Red Bullla soluzione ideale per questa nuova avventura in F1. Una spartizione di quote che, però, avrebbe inevitabilmente stravolto l’organigramma del team e che, per questo motivo, non ha convinto i vertici di Milton Keynes, che hanno dunque chiuso le trattative. E ora?
I vertici motorsport di Honda con il team principal Red Bull, Christian Horner
TORNA HONDA? Non è un mistero che, dopo l’addio di Honda al termine della passata stagione, la Red Bull abbia dato vita a una struttura interna – Red Bull Powertrains – per la gestione dei motori V6 turbo lasciati in eredità dai giapponesi, insieme al know-how e a una valanga di tecnici che continua a lavorare al progetto, sia da Sakura che dall’Inghilterra. Una situazione resa possibile dal congelamento delle power unit all’inizio del 2022, che resteranno (più o meno) inalterate fino al termine del campionato 2025. Diversa è però la questione riguardante il 2026, quandol’attuale architettura sarà stravoltain favore dell’incremento della potenza elettrica dei propulsori pur con l’eliminazione della discussa (e costosa) unità MGU-H. Un’evoluzione dello scenario che, secondo il team principal della Red Bull, Christian Horner, potrebbe incentivare il ritorno di Honda.
F1, la power unit Honda esposta per i tifosi del Gp Giappone 2018
PARLA HORNER “Quando Honda ha annunciato il proprio ritiro dalla Formula 1 – ha spiegato il boss del muretto di Milton Keynes ai microfoni di Speed Week – abbiamo cambiato il nostro atteggiamento e deciso di costruirci un motore da soli. Il rischio in un’operazione del genere è evidente, ed è il motivo per cui abbiamo considerato l’opzione di associarci a una fantastica azienda come la Porsche. Avrebbe avuto senso, ma avrebbe anche cambiato significativamente l’identità e l’integrità della nostra squadra. Allo stesso tempo, abbiamo anche attirato tanti ingegneri molto qualificati, tra i migliori in F1, per il progetto del nostro motore. Siamo stati in grado di attrezzare una fabbrica in 55 settimane e abbiamo già il nostro primo V6 a girare sui banchi prova. Lo abbiamo sviluppato da soli, crediamo di avere le capacità per farcela da soli. E, in futuro, saremo l’unico team insieme alla Ferrari a costruire motore e telaio all’interno della stessa fabbrica. È il prossimo capitolo della nostra storia”.
F1 2022: il logo Honda HRC sul cofano motore della Red Bull Racing RB18
ELETTRIFICAZIONE Pur gustandosi l’idea di entrare nel gotha dell’automobilismo sportivo diventando costruttore in senso stretto, Horner non ha neppure voluto escludere la possibilità che Honda – che intanto haconfermato il proprio supporto esterno al team, tramite la divisione sportiva HRC, i cui loghi continuano a comparire sulla monoposto anglo-austriaca fino al 2025 – possa essere interessata a tornare in F1: “Con i nuovi regolamenti 2026, la situazione cambierà totalmente. Honda ha giustificato la sua uscita dalla categoria per concentrarsi sull’elettrificazione della propria gamma di auto, ma con le nuove regole ci sarà un incremento della potenza elettrica fino al 50% rispetto a quella generata dai motori a combustione interna. Uno scenario interessante, per cui sarebbe logico discutere di questa nuova possibilità con loro. In ogni caso, non è un’urgenza al momento”. Anche se, nei giorni scorsi, Helmut Marko ha anche ammesso di essersi recato a Tokyo per parlarne con i vertici dell’azienda…