La recentescomparsa di Dietrich Mateschitz, l’imprenditore austriaco che ha permesso alla Red Bull di diventare un colosso dello sport oltre che delle bibite energetiche, ha lasciato un vuoto per il team di Formula 1, ma non cambierà la sostanza delle cose. A giurarlo è Helmut Marko, amico personale – non a caso, è salito lui sul podio del GP Usa, visibilmente commosso a ritirare il premio destinato alla squadra, all’indomani della notizia della morte del grande capo – consulente e braccio destro di Mateschitz, che ha rassicurato i tifosi sul fatto che la scuderia di Milton Keynes resterà indipendente nonostante la profonda ristrutturazione dell’organigramma dell’azienda.
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AUTONOMIA RED BULL Secondo gli ultimi report finanziari, il vecchio ruolo di Mateschitz non sarà ricoperto dal figlio 29enne Mark, che comunque sarà azionista e siederà nel consiglio d’amministrazione. I compiti del CEO saranno invece tripartiti, con l’ormai ex amministratore delegato del Lipsia – squadra di calcio tedesca di proprietà Red Bull – Oliver Mintzlaff che prenderà la delega su tutte le attività sportive del gruppo, inclusi i due team di Formula 1 (oltre a Red Bull Racing, non bisogna dimenticare la Scuderia AlphaTauri, ex Toro Rosso). “La nostra scuderia – ha spiegato Marko a Motorsport-Magazin – è il più importante ed efficiente strumento di marketing per l’azienda. Abbiamo goduto di grande autonomia in passato ed è già venuto fuori che anche il nuovo management vuole che le attività in F1 continuino a operare con un’indipendenza relativamente forte”.
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HONDA PER IL 2026? La ristrutturazione societaria che ha fatto seguito alla morte di Mateschitz, ha anche rimandato di qualche giorno le trattative con Honda per il ritorno ufficiale del costruttore giapponese al fianco di Red Bull anche nel nuovo ciclo regolamentare 2026. Adesso che c’è una chiara definizione dei nuovi ruoli, Marko ha però confermato ad Auto Motor und Sport come le discussioni siano ripartite: “Le negoziazioni sono in corso, ma Honda non è la nostra unica opzione per il futuro. Abbiamo già imparato la lezione dopo il fallimento della trattativa con Porsche ed è certo che non accetteremo una soluzione di acquisto del 50% delle quote del team. Sarà possibile condividere con loro la responsabilità tecnica della nostra Red Bull Powertrains? Questo è il bello dei Giapponesi… Si lavora insieme, loro annuiscono gentilmente, ma non è detto che accetteranno. Alla fine, se loro non avessero lasciato, noi avremmo risparmiato i soldi dell’investimento (per approntare Red Bull Powertrains, ndr)”.