ANCORA UN PO' DI PAZIENZA Cresce l'attesa per l'uscita del docufilm di Netflix incentrato sulla vita e sulla carriera di Michael Schumacher, disponibile su Netflix a partire dal prossimo 15 settembre. La produzione, che ha goduto del sostegno e della benedizione della famiglia del campione tedesco, si preannuncia davvero interessante. Dopo l'anticipazione con le parole della moglie Corinna e del figlio Mick sulla vita attuale in compagnia del sette volte iridato, tuttora convalescente dopo l'incidente sugli sci del 2013, un altro interessante estratto è stato fatto circolare in questi giorni.
LO SPAVENTO DI SILVERSTONE A parlare questa volta è proprio Michael Schumacher, in una registrazione in cui racconta in prima persona le emozioni vissute nel drammatico incidente avvenuto nelle prime fasi del GP Gran Bretagna 1999, quando finì dritto contro le barriere della curva Stowe: ''La ruota anteriore aveva rotto l'abitacolo ed era ancora bloccata da qualche parte lì dentro. Non riuscivo a uscire e stavo cercando di tirare fuori la mia gamba, che era intrappolata. Quindi rimango sdraiato lì e noto che mi sto calmando un po'. Improvvisamente sento il mio battito cardiaco diventare sempre più lento, fino a quando improvvisamente si ferma completamente e penso che probabilmente è così che ci si sente quando si sale al piano di sopra''.
GLI ANGELI CUSTODI Fortunatamente non andò così. Il Kaiser venne estratto dalla sua monoposto e portato in ospedale, ma se la cavò con la rottura di tibia e perone della gamba destra. Nel weekend del GP Germania, in programma tre domenice dopo, apparve sui maxi schermi per salutare i suoi tanti tifosi presenti sulle tribune di Hockenheim e nelle ultime gare della stagione riuscì a tornare in pista, per cercare di aiutare Eddie Irvine a togliere il titolo mondiale a Mika Hakkinen. La moglie Corinna, nello stesso estratto, ricorda le sue sensazione vissute vedendo l'incidente del marito alla tv: ''Ricordo che ero a casa e lui ha salutato da dietro tutte quelle lenzuola per dirci 'Ehi, va tutto bene'. Quello è stato un momento in cui ho pensato 'Oh mio Dio'. Ma nel complesso siamo sempre riusciti a superare le sue gare in sicurezza, motivo per cui ero certo che avesse alcuni angeli custodi che lo tenevano d'occhio''.