PARENTESI NEGATIVA Dopo aver addirittura insidiato la posizione di leader di Max Verstappen all'interno della Red Bull con il successo sulle strade di Montecarlo, Sergio Perez è andato incontro a un lungo periodo in cui il suo rendimento non è stato all'altezza di quello dell'olandese. Nella parentesi estiva della F1 il messicano ha conquistato ben 104 punti in meno del compagno di squadra, risultando soprattutto quasi sempre distante nelle prestazioni, con un distacco medio in qualifica di ben sei decimi. Il periodo sottotono si è chiuso nel migliore dei modi con il successo di Singapore, ancora una volta su un circuito cittadino.
LATINI NEL MIRINO Il ritorno alla vittoria ha permesso a Perez di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. A Suzuka ha denunciato il trattamento troppo severo ricevuto dai media negli ultimi mesi: ''I media in F1 lo hanno reso molto più grande, forse solo perché sono messicano e, se non sono per due gare di fila sul podio, allora sto vivendo la peggiore stagione di sempre e la Red Bull dovrebbe mollarmi e tutto quel genere di cose...''. In passato, Fernando Alonso più volte ha dichiarato che il Circus è un mondo troppo ''anglocentrico'' che riserva un trattamento più severo ai piloti latini. Perez a riguardo ha aggiunto: ''Penso che ogni volta che hai una brutta gara, o un po' una brutta situazione come qualsiasi altro pilota, a volte puoi vedere che con i piloti latini puoi sentire un po' più di critiche. Non è che l'anno sia finito. Vedi con altri piloti, hanno problemi simili e non se ne parla quasi mai. Quindi a volte mi sento così. È stato così per tutta la mia carriera, vale la pena sottolinearlo. Allo stesso tempo penso che sia il bello del nostro sport, viverlo insieme ai media, siamo un grande sport e, come sportivo, da qui si ottiene sempre quel tipo di motivazione''.
RIVINCITA SUGLI SCETTICI Pur negando di aver subìto dei veri e propri pregiudizi per via delle sue origini messicane, Perez ha spiegato di non essersi sentito preso sul serio in alcune occasioni: ''A volte la gente dice: 'Bene, è solo un messicano ed è pigro, è la sua cultura' e così via... È come se, solo perché sei messicano, tu non sia in grado di competere con le persone migliori al mondo. A volte ho avvertito questo, soprattutto nei primi anni. Ma, d'altra parte, è sempre bello dimostrare che chiunque può arrivare lassù''.