PROPOSTE RESPINTE Non è arrivata nessuna delle decisioni attese dalla videoconferenza tra team e vertici della F1 tenutasi ieri pomeriggio. La possibile riduzione del budget cap, che entrerà in vigore il prossimo anno con un tetto alla spesa pari a 175 milioni di dollari, non ha trovato l'unanimità, così come è stata respinta la proposta di ritardare di un ulteriore anno, ossia fino al 2023, l'adozione dei nuovi regolamenti già posticipati al 2022.
NON È UNA SEMPLICE QUESTIONE DI CIFRE L'obiettivo minimo per la maggior parte delle squadre era quello di ottenere un abbassamento a 150 milioni di dollari del budget cap, derivante dalla situazione di incertezza economica scatenata dalla pandemia di coronavirus. Non a caso, proprio alla vigilia della riunione il CEO della McLaren Zak Brown aveva lanciato l'allarme sulla possibile scomparsa di diverse scuderie se non si fossero prese misure drastiche. Ieri, però, è emerso come la complessità della questione non fosse stata pienamente presa in considerazione. In particolare, è stata la Ferrari a far valere le proprie ragioni.
Netflix, Drive to Survive: Mattia Binotto (Ferrari)
LE RAGIONI DELLA FERRARI Il team di Maranello ha spiegato come un limite di spese identico per tutti penalizzi più di quanto sembra le grandi squadre. Questo perché devono affrontare dei costi di ricerca e sviluppo delle parti delle vetture che le piccole scuderie evitano semplicemente acquistandole da loro. Gli stessi team clienti lavorano su modelli diversi: la Haas acquista ogni parte diversa dalla monoscocca e dalle superfici aerodinamiche dalla Ferrari, la Racing Point acquista l'intera parte posteriore della vettura dalla Mercedes, mentre la Williams si limita al motore. Per questo motivo la Ferrari, ma anche la Red Bull, non intende scendere sotto un budget cap di 150 milioni di dollari, mentre la Mercedes è disponibile a discutere una discesa fino a 125 milioni di dollari. I piccoli team sono partiti da una base di 100 milioni di dollari.
PERICOLO LICENZIAMENTI La Ferrari ha poi sottolineato come un budget cap inferiore ai 150 milioni di dollari la costringerebbe a dei licenziamenti del personale su larga scala. Una soluzione potrebbe dunque essere quella di avere un budget cap più basso per i team clienti, mentre chi si occupa di ricerca e sviluppo potrà contare su un tetto di spesa più elevato. Si è discusso anche della possibile introduzione di un limite sui costi per il motore, una voce che al momento non incide sul budget cap. I boss delle scuderie si sono accordati per riprendere queste discussioni in una nuova riunione che si terrà nei prossimi giorni.
F1: Jean Todt (FIA) ed Helmut Marko (Red Bull)
NIENTE RINVIO AL 2023 L'idea di posticipare di un ulteriore anno l'adozione dei nuovi regolamenti, invece, è stata respinta direttamente da Jean Todt, presidente della FIA. La proposta arrivava dalla Red Bull, spingendo sul fatto che che i team l'anno prossimo potrebbero non essere pronti ad affrontare le spese di sviluppo richieste da una vettura completamente nuova. Si è comunque giunti alla conclusione che la questione verrà nuovamente affrontata, ma non prima dell'estate, in quanto al momento non è ritenuta un argomento urgente nell'ambito delle soluzioni per il taglio dei costi adottabili in questo momento, per aiutare i team alle prese con la perdita delle entrate economiche.