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OUTSIDER Una vittoria pazzesca, al termine di unagara caotica. Si è concluso con il podio più strano e impronosticabile degli ultimi anni, ilGran Premio d’Italia 2020, che ha incoronato vincitore il francese Pierre Gasly, seguito a ruota dal prossimo ferrarista Carlos Sainz Jr. e dal canadese di casa Racing Point, Lance Stroll. Una gara pazza, appunto, che tutto sommato si sposa alla perfezione con la carriera di Pierre: milanese di residenza, il ventiquattrenne AlphaTauri – team satellite della Red Bull con anima italiana e portafogli austriaco – ha vissuto fino a questo momento un’esperienza in Formula 1 fatta di veloci salite e di ripidissime (e dolorose) discese. Eccol’identikit del francesino che oggi ha conquistato l’Italia.
F1 GP Italia 2020, Monza: Pierre Gasly (AlphaTauri) festeggia la vittoria dopo il traguardo
NEL SEGNO DEL TORO Pierre Gasly nasce il 6 febbraio 1996 nel nord della Francia, in quella Rouen che già negli anni 50 e 60 era statacapitale transalpina della Formula 1in coabitazione con Reims. Dopo i buoni risultati sui kart, dove si scontra spesso con Charles Leclerc, Esteban Ocon e con lo sfortunato Anthoine Hubert – con il quale il francese instaura un solidissimo rapporto di amicizia – Gasly passa alle monoposto nel 2011. Arriva terzo nel campionato francese F4, poi passa in Formula Renault 2.0 nel 2012, vincendo il campionato al secondo anno. Risultati che convincono la Red Bull di Helmut Marko a prenderlo sotto la propria ala protettrice: nel 2014 è molto positivo anche l’esordio nella Formula Renault 3.5, con Pierre che chiude la stagione da rookie al secondo posto, pur senza vittorie di tappa, dietro al compagno di Junior Team, Carlos Sainz.
Pierre Gasly
IL TITOLO IN GP2 Il talento non manca e, dopo qualche sparuta apparizione nel campionato GP2 (l’attuale Formula 2) già nel 2014, è nella stagione successiva che Gasly entra a tempo pieno nella serie cadetta. Il debutto con il team Dams però non è dei migliori, e il francesino chiude la stagione all’ottavo posto portando però a casa comunque quattro podi, frutto di due secondi e due terzi posti. Nel 2016, la consacrazione coincide con il passaggio all’italiana Prema dove, in tandem con il compagno di squadra Antonio Giovinazzi, domina la stagione avendo la meglio sul pugliese nel weekend finale di Abu Dhabi. Pierre sembra pronto per il grande salto in F1, ma si trova chiuso dalla riconferma nel 2017 di Verstappen-Ricciardo in Red Bull e di Kvyat-Sainz in Toro Rosso. Impossibilitato a proseguire in GP2, Gasly viene allora dirottato nella complicata SuperFormula giapponese: il transalpino lotta per il campionato, ma chiude secondo a mezzo punto dal vincitore a causa della cancellazione per maltempo delle due gare conclusive a Suzuka.
F1 GP Malesia 2017, Sepang: Pierre Gasly (Toro Rosso) con il compagno Carlos Sainz
IL DEBUTTO IN F1 Non si dovrà però aspettare il 2018 per il tanto sognato debutto in Formula 1. L’occasione per saltare in macchina sarà offerta dall’incidente di Kvyat a Singapore 2017: stanco degli errori del pilota russo, Helmut Marko mette in panchina il “titolare” più per punizione che non per dare una possibilità a tempo determinato all’allora ventunenne di Rouen. Le cose non vanno malissimo per Pierre, ma la Toro Rosso chiude lontana dai punti sia in Malesia che in Giappone. Dopo una breve pausa nel Gp degli Stati Uniti con Kvyat di nuovo al suo posto, complice la “fuga” di Sainz alla Renault, Gasly viene confermato fino a fine stagione in coppia con Brendon Hartley. Entrambi non raccoglieranno punti ma saranno ufficializzati per il 2018. È adesso che il francese si mette in mostra: alla seconda gara in Bahrain chiude al quarto posto dopo aver centrato il sesto tempo in qualifica. Tra alti e bassi Pierre va a punti anche a Monte Carlo, Budapest, Spa e Città del Messico vincendo il confronto interno con il compagno Hartley.
F1 GP Brasile 2019, Interlagos: i festeggiamenti degli uomini Toro Rosso per il podio di Gasly
LE DISCESE ARDITE Il 2019 si annuncia come l’anno della consacrazione definitiva tra i grandi della Formula 1: l’uscita di scena di Daniel Ricciardo, accasatosi a sorpresa in Renault, impone a Helmut Marko e Christian Horner di promuovere un giovane talento dalle “retrovie”. La scelta ricade proprio su Gasly, sostituito in Toro Rosso da Alexander Albon, ma la stagione inizia con risultati al di sotto delle attese. Pierre raccoglie punti con facilità, però si mostra prestazionalmente troppo lontano dagli altri piloti dei top team e soprattutto dall’ingombrante Max Verstappen. Frastornato dall’amore mai sbocciato con una RB15 troppo difficile da guidare, i piazzamenti di livello, come il quarto posto a Silverstone, sono l’eccezione che conferma la regola. E, dopo il sesto posto a Budapest, a un giro dal compagno in lotta per la vittoria,Pierre viene clamorosamente retrocesso in Toro Rosso per lasciare spazio ad Albon. La botta psicologica è violenta, ma il transalpino non si abbatte. Anzi, a novembre arriva persino il primo podio in carriera: complice una gara pazza con tanto diautoscontro tra i ferraristiprima e tra Hamilton e Albon poi, Pierre conclude ilGp del Brasilesul secondo gradino del podio, arrivando al traguardo proprio con qualche centimetro di vantaggio sul campione del mondo in carica.
F1 GP Belgio 2020, Spa: Pierre Gasly (AlphaTauri) rende omaggio all'amico Anthoine Hubert
E LE RISALITE Confermato in Toro Rosso – che nel frattempo è rinominata AlphaTauri per sponsorizzare la linea d’abbigliamento casual del gruppo Red Bull – Gasly inizia il 2020 conoscendo le difficoltà di Alex Albon come compagno di Verstappen, consapevole di potersi giocare le proprie carte per ottenere una seconda opportunità dalla “casa madre”. Già a Spa, la scorsa settimana, una gara gagliarda conclusa all’ottavo posto dopo una rimonta a suon di sorpassi, poche ore dopo il toccante tributo all’amico di una vita Tonio Hubert, scomparso proprio sul circuito belga un anno prima. Una delle corse più belle della carriera, fino a oggi. L’inimmaginabile successo monzese ne rilancia le quotazioni: sempre più solido e concreto, Gasly è adesso anche in grado di dimostrare di essere pronto a cogliere le occasioni per podi e vittorie. Sarà lui, di nuovo, il futuro vice-Verstappen?