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Gli ingegneri Ferrari ci hanno spiegato come verrà affrontata la sfida di Monza. Un unicum nel calendario mondiale di Formula 1
ARMI PER MONZA La gara di casa ha sempre un fascino particolare. Considerate le caratteristiche della pista di Monza, l’efficienza aerodinamica della SF90 nei circuiti da basso carico e la grande potenza della power unit, ilGran Premio d’Italia 2019è, per quanto possibile, ancora più importante per gli uomini della Ferrari. Forti dellavittoria a Spa-Francorchampsdi domenica scorsa, la scuderia di Maranello si presenta all’autodromo brianzolo con rinnovata fiducia e con la consapevolezza di avere a disposizione un pacchetto estremamente competitivo, probabilmente quello da battere su un tracciato veloce come quello di Monza. Ma quali sono le armi con cui la Ferrari si presenterà in pista nel prossimo weekend? La scuderia di Maranello ce lo ha spiegato all’interno della sua hospitality a Spa, con una un’interessante lezione tenuta dagli ingegneri Laurent Mekies ed Enrico Cardile.
F1 2019, l'ingegnere Laurent Mekies (Ferrari) spiega gli assetti delle monoposto per Monza
POWER UNIT La prima e decisamente più vistosa novità per la gara di casa sarà sotto il cofano. Comeannunciato già da Mattia Binotto alla vigilia del Gp d’Italia, la Ferrari porterà infatti in pista la tanto attesa power unit evoluzione 3, che dovrebbe arrecare ulteriore beneficio alle prestazioni specie su un tracciato in cui i cavalli possono rivelarsi decisivi (si parla di due decimi al giro per ogni 10 cavalli in più). A Monza l’acceleratore resta al massimo dell’apertura per il 75% del giro, al contrario delle piste tradizionali dove la media si attesta intorno al 60%. Naturale conseguenza è anche l’innalzamento delle velocità medie, che passano dai circa 220 km/h delle altre piste del calendario a ben 260 km/h. Il Tempio della velocità, insomma, non ha certo trovato questo soprannome per caso.
AERODINAMICA La Ferrari si presenta a Monza anche con un pacchetto aerodinamico sviluppato appositamente per l’autodromo brianzolo e che, appunto, viene utilizzato solo per il Gran Premio d’Italia. L’obiettivo principale è ovviamente quello di ridurre la resistenza aerodinamica senza però modificare quelle che sono le caratteristiche principali della monoposto. A tale scopo viene ridisegnata l’ala posteriore, sia per quanto riguarda la forma del profilo che l’incidenza del mainplane e del flap. Inoltre, gli aerodinamici guidati da Enrico Cardile lavorano anche sul diffusore, in modo tale che il fondo della monoposto possa funzionare anche con il minor carico aerodinamico prodotto sulla pista di Monza. Altre modifiche importanti sono previste per l’alettone anteriore, che producono una complessiva riduzione del coefficiente di drag del 10% rispetto a una pista ad alto carico.
F1 2019, Enrico Cardile (Ferrari) racconta le modifiche aerodinamiche per la gara di Monza
FRENI E SETUP Altre due sono le aree in cui gli ingegneri devono intervenire in maniera particolare per preparare la monoposto per Monza. La prima è quella dei freni, perché con quattro grosse frenate, le più lunghe della stagione, le vetture di F1 passano in 3.5 secondi da oltre 335 km/h ai 70 della prima variante. Necessario dunque agire sui dischi, in modo che siano in grado di reggere le sollecitazioni di staccate ripetute per tutta la distanza di gara. Da sottolineare anche che, a causa della ridotta resistenza all’avanzamento, obiettivo dei tecnici è agire sul setup per stabilizzare la vettura specialmente in fase di frenata. Altro elemento chiave in termini di assetto sono poi sospensioni e ammortizzatori, con la necessità di trovare un bilanciamento tra le opposte esigenze di una monoposto in grado di affrontare i cordoli ma anche i rapidi cambi di direzione della variante Ascari. Ultima curiosità: aMonza scompare invece il rake, cioè l’angolo che si viene a formare tra l’altezza all’anteriore e al posteriore. In questo caso, infatti, gli ingegneri della Rossa valutano che per ogni 5 millimetri si perda 1 km/h sul rettilineo. Impensabile nel tempio della velocità…