TUTTO COME PRIMA, SE NON PEGGIO C'era molta attesa per le qualifiche del GP Italia a Monza, le prime in cui entrava in vigore il nuovo divieto imposto dalla FIA all'utilizzo di mappature del motore diverse tra qualifiche e gara. Pur senza aspettarsi miracoli, gli avversari speravano di vedere quantomeno ridotto il gap che li separa dalla dominante Mercedes di quest'anno. Il responso della pista è stato però un'autentica mazzata: la lotta per la pole position è rimasta un affare privato tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas e, nonostante si corresse nel Tempio della velocità, il distacco non è affatto diminuito.
PRESTAZIONI INCREDIBILI I numeri fotograno benissimo una situazione allarmante per le altre scuderie, ma anche per chi sperava di vedere un po' più di lotta per le posizioni di vertice. Hamilton ha polverizzato il record della pista fatto segnare da Kimi Raikkonen due anni fa, abbassandolo da 1:19.119 a 1:18.887, alla strabiliante media di 264,362 km/h. Si tratta ovviamente del giro con la velocità media più alta nella storia della F1 ed è stato ottenuto senza neppure doversi preoccupare di sfruttare la scia di altri piloti. Non solo: nonostante un tempo di percorrenza così basso, sono 8 i decimi rifilati alla McLaren di Carlos Sainz e alla Racing Point di Sergio Perez, i due che più si sono ''avvicinati'' alle prestazioni dell'imprendibile W11. Un distacco del tutto analogo a quelli visti nelle precedenti qualifiche di quest'anno.
F1, GP Italia 2020: Lewis Hamilton conquista la pole position a Monza
EFFETTI INVISIBILI Se ancora tutto questo non bastasse per dimostrare come l'addio al party mode non ha minimamente scalfito lo strapotere della Mercedes, anche dal confronto con le prestazioni dello scorso anno a Monza si trovano altre conferme. Mentre tutti i motorizzati Ferrari, come ampiamente prevedibile, peggiorano le prestazioni del 2019 (il record spetta alla Ferrari, con ben 9 decimi in più), la Mercedes si migliora di oltre quattro decimi, una progressione simile a quella di McLaren e AlphaTauri e inferiore solo a quella della discussa Racing Point, miglioratasi di quasi 8 decimi.
IL PRECEDENTE DI SPA D'altronde la Mercedes lo aveva detto: non aspettatevi che la nuova norma ci penalizzi sul serio. Così è stato, come si è confermato che già in Belgio il team campione del mondo avesse fatto le prove generali per la novità, come poi dichiarato dal capo degli ingegneri di pista, Andrew Shovlin: esattamente come nelle qualifiche di Spa, anche oggi l'incremento di prestazione della W11 tra Q1 e Q3 è stato di poco inferiore all'1%, mentre fino al GP Spagna gli effetti del party mode consentivano un progresso tra l'1,5% fino ad oltre il 2%. Insomma, se dal sabato di Monza ci si aspettava un minimo segnale di speranza per un livellamento anche piccolo delle prestazioni, quel sogno è andato completamente in frantumi.