SITUAZIONE DIFFICILE Ad Austin, sono state ben tre le monoposto motorizzate Mercedes a venire retrocesse sulla griglia di partenza per sostituzione di componenti della power unit. Oltre alla W12 di Valtteri Bottas, arretrato di 5 posizioni per l'ennesima nuovo motore termico utilizzato, sono partiti dal fondo l'Aston Martin di Sebastian Vettel e la Williams di George Russell. In Texas, Toto Wolff ha ammesso i problemi di affidabilità che i motoristi della casa di Stoccarda stanno affrontando. Il risultato della gara di domenica ha poi ulteriormente complicato le cose: Max Verstappen ha guadagnato altri 6 punti su Lewis Hamilton e la Red Bull si è rifatta sotto nel mondiale Costruttori, rendendo ancora più difficile il finale di stagione dei campioni del mondo in carica.
F1, GP Stati Uniti 2021: Max Verstappen inseguito da Lewis Hamilton nel finale di gara
IN BILICO TRA RISCHIO E CAUTELA A sintetizzare bene la situazione attuale è stato lo stesso Wolff: ''Non possiamo far funzionare i motori per tutto il tempo che vorremmo e non possiamo rischiare un ritiro. Sì, certo, siamo preoccupati: c'è il rischio che dovremo fare un'altra sostituzione per Lewis. Stiamo cercando l'equilibrio tra mantere il motore e rischiare un problema o avere nuove parti installate e venire penalizzati''.
RED BULL NON PROTESTA Nel frattempo, sembra sgonfiarsi il caso relativo alla sospensione posteriore della Mercedes in grado di abbassarsi alle alte velocità, permettendo un guadagno che secondo Helmut Marko in alcune situazioni può raggiungere i 15 km/h. Chris Horner, team principal della Red Bull, ha chiarito la posizione del team austriaco a riguardo: ''È qualcosa che è stato storicamente usato. L'abbiamo visto con loro in passato. Non abbiamo mai detto che non pensiamo che sia legale, quindi non ci sarebbe assolutamente motivo per protestare''.