DIVERSI TERRENI DI SCONTRO Lo stop forzato causato dalla pandemia di coronavirus sta costringendo i team a nuove estenuanti trattative sui regolamenti. Trovato l'accordo sul posticipo del debutto dei nuovi regolamenti, ora previsti nel 2022 ma con possibilità che si scali fino al 2023, le scuderie stanno trovando terreno di scontro su diversi aspetti direttamente legati a questo rinvio. Come vi abbiamo riportato ieri, lo sviluppo della scatola del cambio è uno degli argomenti fonte di tensioni tra i top team, ma anche sul budget cap si prevedono forti tensioni.
UN TETTO DA ABBASSARE Attualmente, il tetto della spesa previsto a partire dal prossimo anno è fissato in 175 milioni di dollari, con ben 20 voci che non rientrano in questo monte spese. Una cifra ancora elevata, che praticamente porrebbe un limite alle spese di Mercedes, Ferrari e Red Bull, non influendo sul resto dello schieramento che già spende molto di meno. Lunedì si terrà una videoconferenza e le posizioni delle squadre, alla luce degli annullamenti dei gran premi causa Covid-19, si sono ancora più allontanate. I piccoli team vorrebbero fissare il budget cap a 100 milioni, con una progressiva eliminazione delle eccezioni. Ad esempio, dovranno essere inclusi gli stipendi dei piloti, al momento esclusi dal conteggio. Tra i team più contrati a questa ipotesi, secondo quanto riporta Auto Motor und Sport, ci sono Ferrari e Red Bull.
F1, GP Abu Dhabi 2019: Toto Wolff (Mercedes) Mattia Binotto (Ferrari), Zak Brown (McLaren) e Cyril Abiteboul (Renault)
DIVERSI PUNTI DI VISTA Il team austriaco, ad ogni modo, sarebbe favorevole a un leggero abbassamento del tetto di spesa, portandolo a 150 milioni di dollari. Una linea condivisa anche dalla Mercedes. Inoltre, i vertici aziendali di Stoccarda, così come quelli della Renault, vedrebbero di buon occhio una riduzione ancora maggiore. Al contrario, la Ferrari si oppone anche a questo nuovo limite, spiegando che non cambierebbe comunque nulla per le scuderie indipendenti che già spendono di meno. Il Cavallino Rampante sostiene invece l'adozione anticipata delle nuove misure di austerità, ad esempio la norma presente nel nuovo regolamento che prevede che le monoposto vengano omologate il venerdì mattina, impedendo così la possibiltà di aggiungere costantemente nuove e costose parti. La cifra di 100 milioni indicata dalle squadre più piccole, invece, sarebbe la base di partenza per una trattativa che si vorrebbe chiudere attorno ai 130 milioni di dollari, un compromesso che limiterebbe di molto il vantaggio economico di cui godono i tre top team.