LA LUNGA RINCORSA AL TITOLO Alla fine degli anni '90, la storia della F1 ha rischiato di prendere una piega decisamente diversa. Michael Schumacher era approdato alla Ferrari nel 1996, dopo aver vinto due titoli mondiali consecutivi con la Benetton, ingaggiato con l'obbiettivo di riportare ai fasti di un tempo il Cavallino Rampante, reduce da alcune stagioni davvero deludenti. Già nel 1997 il tedesco arrivò a un passo dall'impresa, con il triste epilogo della gara di Jerez de la Frontera che consegnò il successo finale alla Williams di Jacques Villeneuve. Dal 1998 iniziò invece la sfida con la McLaren-Mercedes e con Mika Hakkinen, con due titoli finiti al team di Woking prima che la Scuderia di Maranello aprisse il suo ciclo vincente di inizio anni 2000.
QUEI CONTATTI CON MERCEDES Proprio nel corso della stagione che consegnò il primo Mondiale ad Hakkinen, tra la McLaren motorizzata Mercedes e Schumacher ci furono delle trattive che avrebbero cambiato decisamente gli anni a venire. A raccontare il retroscena è stato Norbert Haug, boss di Mercedes Sport ai tempi, intervenuto al podcast Beyond The Grid: ''Conoscevo Michael da quando era un pilota di Formula Koenig e di F3, poi arrivò alla Mercedes prima di me, già da junior era nel Gruppo C. Io sono arrivato alla fine del '91 e lui ebbe una stagione intera nelle sportscar. Vincemmo l'ultima gara della stagione con Schumacher e Karl Wendlinger. Quell'anno avevamo già aiutato Michael ad andare alla Jordan, poi passò alla Benetton con cui divenne campione del mondo e infine allla Ferrari. Gli ci sono voluti cinque anni per vincere il campionato nel 2000 ed eravamo rivali, ma abbiamo sempre avuto un buon rapporto. Gli facevo la battuta sul fatto che un giorno avremmo dovuto correre assieme. Ci sono state alcune trattative segrete nel 1998, ma non si sono mai concretizzate''.
F1, Norbert Haug stringe la mano al grande rivale Michael Schumacher
MCLAREN DEI SOGNI Ai tempi, la McLaren era tornata ai fasti vissuti negli anni di Ayrton Senna e Alain Prost grazie in particolare alla penna di Adrian Newey, progettista di quelle monoposto ammirate da tutti: ''La vettura di Adrian era attraente per qualsiasi pilota e Michael avrebbe potuto vincere il campionato prima, lo sappiamo - ha aggiunto Haug - Avrebbe potuto vincere nel '99 senza il suo incidente, così come noi avremmo potuto vincere nel 2000 senza ritiri o altro. È stato un grande periodo ed è stata una lotta molto intensa, meglio descritta dalla gara del 2000 a Spa''. Quella del famoso sorpasso di Hakkinen alla fine del rettilineo del Kemmel, mentre lui e Schumacher doppiavano la Bar di Ricardo Zonta. Una manovra diventata leggendaria, ma che avvenne nella prima stagione in cui il finlandese e la McLaren dovettero arrendersi a Schumacher e alla Ferrari.