LEWIS BATTAGLIERO Nelle ultime settimane, Lewis Hamilton è tornato a esprimersi con vigore su due temi a cui tiene molto: la lotta al razzismo e il benessere degli animali. Il pilota della Mercedes ha dato il suo sostegno al movimento Black Lives Matter, sollecitando anche gli altri piloti di F1 a schierarsi pubblicamente contro la discriminazione razziale, appello raccolto tra gli altri da Lando Norris, Charles Leclerc e Daniel Ricciardo. Inoltre, il sei volte campione del mondo ha fortemente criticato le scuole di toreri spagnole, suscitando la risposta piccata di vari esponenti della tauromachia, nonché del ministro della cultura e dello sport. Insomma, l'uomo immagine della F1 non esita a esporsi su tematiche sociali importanti, a costo di attirarsi critiche. Abbiamo parlato di questo argomento con Gianfranco Mazzoni, giornalista Rai che per tanti anni è stato la voce dei gran premi sulla tv nazionale, gradito ospite del nostro podcast RadioBox.
RabioBox puntata 31 con Gianfranco Mazzoni
L'ESEMPIO DEGLI IDOLI Hamilton, che nel prossimo GP Austria potrebbe inginocchiarsi duranno l'inno nazionale per esprimere il suo sostegno al movimento Black Lives Matter, ha sempre detto di ispirarsi ad Ayrton Senna. Secondo Mazzoni, tra i due le analogie non riguardano solo la pista: ''Hamilton è figlio di questi tempi. Se sente queste problematiche è giusto che, avendo la forza per poterle esprimere, lo faccia, come i suoi grandi idoli del passato Cassius Clay e Ayrton Senna. Sicuramente fa bene''.
I RISCHI DELLE PRESE DI POSIZIONE Promosso l'attivismo di Hamilton, Mazzoni non critica neppure la maggior cautela con cui si muovono gli altri piloti di F1. Per spiegare la situazione, ha ricordato un paio di aneddoti del passato: ''Quando ci fu la Guerra del Golfo andammo a chiedere un parere ai piloti e alcuni non sapevano nemmeno che ci fosse la guerra. Quando ci fu il centenario di Nuvolari, andai in giro a fare interviste e alcuni non sapevano nemmeno chi fosse. Vivono in una bolla, però rispetto ad atleti di altre discipline hanno comunque una maggiore preparazione perché parlano più lingue, girano il mondo e hanno più contatti. A volte però sono ossessionati da questa vita e dalla ricerca del successo e guardano solamente a quello, vanno capiti. Per arrivare lì fanno dei sacrifici enormi e quando sei in F1 fai parte di un sistema, se vai contro magari puoi perdere tutto, quindi fai molta attenzione prima di prendere una posizione. È chiaro che una posizione la può prendere chi è forte. Quando Hamilton si è lamentato che nessun altro pilota si fosse espresso, qualcuno dopo gli è andato dietro, ma gli altri non avevano la sua forza. Qualcuno si può chiedere: 'Se mi esprimo cosa mi succede?'''.
LA CONSAPEVOLEZZA DI HAMILTON Se i piloti faticano ad esprimere particolari concetti, parte della colpa è anche degli onnipresenti uffici stampa delle scuderie che impongono un controllo severo sulla comunicazione. Mazzoni lo ha spiegato bene: ''Prima a un pilota gli telefonavi a casa, oppure lo fermavi e gli chiedevi una cosa. Ora c'è l'ufficio stampa, l'addetto internet... quando fai le interviste sei circondato da 3-4 persone, che ti mettono i microfoni, che controllano. A volte mi è successo di fare una domanda a un pilota e, prima che arrivasse la risposta, si alzava una mano e dicevano: 'No, aspetta, su questo non può rispondere'. Quindi i piloti vivono questa situazione, pensano ai tanti sacrifici che hanno fatto e al fatto che sbagliano a dire una cosa gli può crollare il mondo addosso''. Forte dei suoi successi, della sua popolarità e della sua esperienza, Hamilton può permettersi invece di uscire da questi schemi: ''Anche Hamilton, la posizione la sta prendendo adesso, ma per anni non ha avuto la forza di farlo - ha sottolineato Mazzoni - È giusto che lo faccia, è giusto che esprima la sua personalità e che riveda il suo stile di vita. Ora mi hanno detto che ha venduto il suo aereo: non poteva fare discorsi ecologisti e poi andare in giro con l'aereo personale. C'è una maturazione, un cambiamento, sta rivedendo la sua vita sotto un'altra ottica perché chiaramente ha ottenuto quello che voleva, ha la forza per parlare ed è giusto che lo faccia, ed è bello''.
F1 1989: Ayrton Senna (McLaren)
IL PRECEDENTE DI SENNA In precedenza, un pilota che non mancava di trattare argomenti importanti extrasportivi era proprio Senna. Parlando del brasiliano, Mazzoni ha ricordato: ''Quando dovevamo intervistare Senna ci preparavamo, perché lui magari tirava fuori degli argomenti su quello che era successo in settimana: si parlava dei niños de rua, dell'Amazzonia ed era anche lui che suscitava questi dibattiti. Quando hai la personalità, la forza e la capacità di farlo sei più libero di esprimerti''.