Negli ultimi anni le sessioni di qualifica sono sempre più spesso condizionate da episodi riguardanti il traffico in pista. I casi di impeding sono all'ordine del giorno, mandando in confusione anche la direzione gara, come avvenuto a Singapore con la mancata penalizzazione di Max Verstappen per la quale la FIA ha poi chiesto scusa. Ad ogni weekend la Federazione implementa delle regole, come il tempo massimo di percorrenza del giro, per cercare di limitare le situazioni di traffico e di pericolo. Tra proteste e polemiche di vario genere, c'è però chi comincia a chiedere una revisione del format delle qualifiche, addirittura proponendo un ritorno al passato.
L'IDEA DI FERNANDO La voce più illustre a riguardo è quella di Fernando Alonso. Il 42enne pilota dell'Aston Martin ha sottolineato: ''Penso che qualunque cosa facciano per ovviare al problema, troveremo sempre un modo per sfruttarla. Hanno un lavoro molto difficile in termini di gestione del traffico sui circuiti cittadini. Come ho detto più volte, esiste una sola vera soluzione ed è la qualifica su un giro. Ogni altra soluzione che possiamo provare non funzionerà mai, perché troveremo sempre un modo per aggirarla''.
LA SOLUZIONE MIGLIORE Il giro secco in qualifica è già stato in vigore in F1 dal 2003 al 2005, stagione nella quale Alonso conquistò il primo dei suoi due titoli mondiali. Il format non riscosse grande successo, sia perché limita di molto l'attività in pista sia perché penalizza eccessivamente chi incappa in un errore o problema tecnico nell'unica occasione concessagli. Per questo, dal 2006 è stato introdotto l'attuale format a eliminazione diretta con i tre segmenti di qualifica Q1, Q2 e Q3 che continua ad essere apprezzato dal pubblico e offre sempre un'ora di grande intrattenimento. Alonso non ne è però un grande fan: ''Penso che sia obsoleto. Sono 20 anni che è la stessa cosa e le auto non sono le stesse di 20 anni fa''.