SARANNO FAMOSI (?) I figli? Si sa, so’ piezz’e core. La regola è confermata persino dai piloti di Formula 1, disposti anche a rinunce di un certo valore per garantire un futuro nelle corse ai propri discendenti. È quanto successo a Jean Alesi che, per finanziare la stagione in Formula 2 – la partenza il prossimo 4 e 5 luglio dal Red Bull Ring per un calendario di otto gare che segue le tappe europee annunciate dalla F1 – del figlio Giuliano, ha dovuto dire addio a un bene molto prezioso: la sua Ferrari F40...
REGALO FERRARI Il giovane figlio d’arte, classe 1999, si appresta infatti a correre la seconda stagione nella categoria propedeutica dopo tre campionati di alti e bassi in GP3, passando dal team Trident a HWA Racelab (subentrata quest’anno ad Arden). Un impegno decisamente dispendioso considerando che una stagione tra i cadetti costa poco meno di due milioni di euro e che, a coprire le spese, sono spesso gli sponsor personali dei giovani piloti. Ma, in un periodo di ripartenza post-pandemia, trovare investitori è tutt’altro che semplice e quindi ci ha dovuto pensare papà Jean a trovare le somme necessarie per disputare il campionato. Come? Privandosi della mitica e preziosissima supercar regalata dalla Ferrari – su suggerimento di Nelson Piquet, che aveva insistito per l’inserimento nel contratto – come bonus per il suo passaggio, a fine 1990, dalla Tyrrell al Cavallino.
PARLA JEAN Il retroscena lo ha svelato lo stesso Jean Alesi intervenuto ai microfoni di Sky Sport F1. “In famiglia – ha spiegato il francese di origini siciliane – facciamo le cose con grande passione e, dovendo scegliere tra l’avere una bella macchina in garage e vedere mio figlio correre, non ho avuto dubbi sulla seconda opzione. Al momento è davvero difficile trovare uno sponsor e poi… io sono troppo vecchio per guidare una F40!”. Il ventenne, terzo figlio di Jean ma primo maschio, dal 2016 è parte della Ferrari Driver Academy ma, nonostante il supporto ufficiale della scuderia di Maranello, non è esentato dal dover trovare parte dei fondi per correre in F2. “Spero che in questo caos – ha proseguito Alesi Sr – qualcosa cambi e che vengano date occasioni a questi ragazzi, che non solo investono molto in termini di denaro ma anche dal punto di vista personale, visto che lasciano l’università con il sogno di fare i piloti”.
LA CRITICA Insomma, da sempre attivissimo nella carriera del figlio, Jean non ha mai smesso di supportare il sogno di Giuliano di ripercorrere le sue orme in Formula 1. Rinunciando persino a uno dei modelli stradali più rari e preziosi, ormai una vera e propria icona degli anni ’90. Il bel gesto non è però passato inosservato, attirando le critiche di alcuni piloti che non hanno la fortuna di avere una F40 parcheggiata in garage. A farsi portatrice della polemica è stata la giovane Sophia Floersch, pilota di Formula 3recentemente molto critica anche nei confronti della Fdadi cui Giuliano Alesi fa parte. “Non sono figlia di nessun vip e – ha tuonato la diciannovenne tedesca sui social – non abbiamo una Ferrari F40. Per un volante in F2 servono 1.8 milioni di euro all’anno e non hanno trovato sponsor neppure tramite la Ferrari Driver Academy? Sostenere i veri talenti è qualcosa di diverso, no?”.