Il letargo invernale della F1 è scosso dalla tempesta che ha travolto i coniugi Toto e Susie Wolff. Il team principal della Mercedes è accusato di conflitto di interessi per via del ruolo ricoperto dalla moglie, divenuta quest'anno amministratore delegato della categoria femminile F1 Academy, che permetterebbe ai due di condividere informazioni altrimenti riservate.
UNA PAROLA DI TROPPO A far esplodere il caso la ricostruzione uscita sul numero di dicembre della rivista Business F1. I sospetti sono aumentati dopo che, a una recente riunione dei team principal delle scuderie di F1, Toto Wolff avrebbe lasciato trapelare informazioni sensibili, seguite da un linguaggio del corpo che secondo chi ha osservato la scena nascondeva un certo disagio per essersi reso conto di aver commesso un errore con le parole appena pronunciate. La vicenda non è solo un gossip giornalistico per animare il periodo senza gran premi e il fatto che la FIA abbia aperto un'indagine formale a riguardo lo conferma. La Federazione non ha fatto esplicitamente nomi, limitandosi nella giornata di martedì a descrivere la situazione come ''un'accusa di informazioni di natura confidenziale trasmesse al capo di una squadra di F1 da un membro del personale della FOM''.
LIBERTY MEDIA SCHIERATA La FOM - Formula One Management - è di proprietà della F1 e quindi di Liberty Media. Oltre a gestire i diritti commerciali e i contenuti media del campionato, si occupa anche della F1 Academy, categoria che fa sempre parte del Formula One Group. Dunque il riferimento al ''personale della FOM'' citato dalla FIA chiama direttamente in causa, oltre a Susie Wolff, la proprietà americana del Circus. Non deve perciò stupire che poco dopo sia arrivata una replica da parte della stessa F1: ''Abbiamo piena fiducia che le accuse siano sbagliate e disponiamo di processi e procedure robusti che garantiscono la separazione delle informazioni e delle responsabilità in caso di potenziale conflitto di interessi. Siamo fiduciosi che nessun membro del nostro team abbia fatto alcuna divulgazione non autorizzata a un team principal e vorremmo mettere in guardia chiunque dal fare accuse imprudenti e gravi senza sostanza''.
MERCEDES SORPRESA Anche se la FIA ha evitato di nominare direttamente i Wolff come oggetto dell'indagine, la Mercedes a sua volta non ha perso tempo nello schierarsi in difesa del proprio boss e della moglie, pubblicando un comunicato nella serata di martedì: ''Prendiamo nota della dichiarazione generica della FIA di questa sera, che risponde alle accuse infondate di un singolo media, e del briefing ufficioso che lo ha collegato al Team Principal della Mercedes-AMG F1. Il Team non ha ricevuto alcuna comunicazione dal Dipartimento Compliance della FIA su questo argomento ed è stato molto sorprendente apprendere dell'indagine attraverso un comunicato stampa. Respingiamo completamente le accuse contenute nella dichiarazione e la relativa copertura mediatica, che influiscono erroneamente sull'integrità e sulla conformità del nostro Team Principal. Naturalmente, invitiamo il Dipartimento di conformità della FIA a fornire una corrispondenza completa, tempestiva e trasparente in merito a questa indagine e ai suoi contenuti''.
LA BORDATA DI SUSIE Infine, a completare una giornata rovente su questo fronte, è arrivata anche la replica di Susie Wolff. La scozzese ha usato parole molto dure per esprimere la propria delusione: ''Sono profondamente offesa ma purtroppo non sorpresa dalle accuse pubbliche che sono state fatte questa sera. È scoraggiante che la mia integrità venga messa in discussione in questo modo, soprattutto quando sembra essere radicata in un comportamento intimidatorio e misogino e focalizzata sul mio stato civile piuttosto che sulle mie capacità. Nel corso della mia carriera nel motorsport, ho incontrato e superato numerosi ostacoli e mi rifiuto di lasciare che queste accuse infondate offuschino la mia dedizione e passione per la F1 Academy. Come donna in questo sport, ho affrontato la mia giusta dose di sfide, ma il mio impegno nell’abbattere le barriere e aprire la strada al successo delle generazioni future rimane incrollabile. Nei termini più forti possibili, respingo queste accuse''.
F1 GP Stati Uniti 2023, Austin: Il presidente Fia Mohammed Ben Sulayem con Lewis Hamilton (Mercedes)
GUERRA TRA F1 E FIA Il riferimento alla misoginia e al sessismo portato da Susie Wolff appare tutt'altro che casuale. Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, a inizio 2023 ha già dovuto fronteggiare delle accuse di comportamento sessista e bullismo, anche nei confronti di Shaila-Ann Rao, ex avvocato proprio di Toto Wolff. Il gioco di intrecci e schieramenti in questa guerra non finisce qui: allargando la visione, si tratta dell'ennesimo scontro tra la F1 di Liberty Media e la FIA di Ben Sulayem. Quest'ultimo, sulla scia di una serie di polemiche che lo hanno coinvolto fin da quando è stato eletto presidente nel dicembre del 2021, a febbraio aveva dichiarato che avrebbe ritirato ogni coinvolgimento diretto nella F1. I fatti, però, sembrano indicare il contrario. Alcuni interventi della FIA negli ultimi gran premi della stagione 2023 sembrano confermarlo: dall'indagine aggiuntiva sull'attraversamento della pista da parte di Lewis Hamilton nel GP Qatar al richiamo dello stesso Wolff e di Fred Vasseur, team principal della Ferrari, per il linguaggio utilizzato nella conferenza stampa di Las Vegas. La tensione tra le parti è così tornata a salire, tanto che diverse fonti durante il weekend del GP Abu Dhabi hanno confermato che, se le intromissioni di Ben Sulayem fossero continuate in un modo ritenuto dannoso, Liberty Media avrebbe preso in considerazione l'idea di staccare il Mondiale di F1 dall'egida della FIA. Una prospettiva clamorosa, ma già tirata in ballo lo scorso anno in un altro momento di tensione tra le parti.