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PORPOISING PROTAGONISTA A Baku il problema del porpoising è tornato a farsi sentire in maniera preoccupante. I continui sobbalzi delle monoposto a effetto suolo hanno messo a dura prova i piloti, con alcuni casi in particolare al limite del preoccupante. Ancora una volta, la Mercedes è stata la scuderia più affetta da questa problematica e Lewis Hamilton - apparso molto dolorante a fine gara - ha utilizzato parole molto forti per descrivere quanto vissuto in prima persona durante il GP Azerbaijan. C'è però chi minimizza le preoccupazioni riguardo il porpoising e, anzi, dubita che si stia cercando di ingigantire il problema.
F1 2022, GP Azerbaijan: Lewis Hamilton (Mercedes) a fine gara
SIMULAZIONE CALCISTICA Stiamo parlando di Chris Horner, team principal di una Red Bull non solo lanciatissima in campionato, ma anche tra le squadre meno in difficoltà nel tenere sotto controllo il porpoising. Il britannico ha usato una metafora calcistica per descrivere le lamentele degli avversari: ''È quello che stanno facendo alcuni team: dire ai piloti di lamentarsi il più possibile alla radio e di farne il più grande problema possibile. Fa parte del gioco. È come se qualcuno si tuffasse in un'area di rigore. Si può vedere che è scomodo, ma ci sono rimedi al porpoising, solo che vanno a scapito delle prestazioni della vettura. Quindi la cosa più semplice da fare è lamentarsi dal punto di vista della sicurezza. Ma ogni squadra ha una scelta''.
PROBLEMA DI ALCUNI Sottolineando le conseguenze sul fisico dei piloti e i possibili problemi di sicurezza, legati ad esempio da una visuale non perfetta dovuta al perenne rimbalzo, si starebbe dunque cercando di mettere pressione alla FIA per intervenire in prima persona sul problema del porpoising. Horner ha aggiunto: ''Se si trattasse di un vero problema di sicurezza per tutta la griglia, allora sarebbe qualcosa che dovrebbe essere considerato. Ma se riguarda solo persone o team isolati, allora è qualcosa che quel team dovrebbe potenzialmente affrontare. Hai una scelta quando guidi la tua macchina, vero? E non dovresti mai guidare un'auto che non è sicura. Ma penso che sia più una cosa per i tecnici, perché alcune macchine hanno problemi e ci sono macchine che hanno pochissimi problemi. Sembrerebbe ingiusto penalizzare quelli che hanno svolto un lavoro rispettabile rispetto a quelli che forse hanno mancato leggermente gli obiettivi''.
NON È SOLO LA MERCEDES Se la Mercedes è il caso più evidente, anche altre scuderie hanno a che fare con un forte porpoising che incide fisicamente sui piloti. Per la Ferrari, nel recente passato si è già espresso pubblicamente un preoccupato Carlos Sainz, e anche la McLaren si ritrova con Daniel Ricciardo con la schiena dolorante dopo la gara di Baku. Il team principal Andreas Seidl ha replicato così alle considerazioni di Horner: ''È importante avere una discussione nel comitato consultivo tecnico su quale sarà il prossimo passo, qual è il modo giusto per andare avanti. È facile dire 'è semplice fermare il porpoising, basta regolare l'assetto e sacrificare un po' di prestazioni'. Ma alla fine, vista la natura competitiva dello sport in cui ci troviamo, ovviamente si vuole arrivare al limite di ciò che è accettabile e anche di ciò che i piloti possono sopportare in pista. Questo ovviamente potrebbe andare nella direzione sbagliata. Ecco perché è molto importante avere questa discussione''.