NOMI GETTONATI Negli ultimi anni, di fronte ad alcuni evidenti pasticci del muretto Ferrari, si è sentito spesso un fronte di opinionisti invocare l'arrivo a Maranello di una figura forte, in grado di tenere saldamente in mano le redini della scuderia più famosa e importante della F1. I due nomi che più rispondono a questa descrizione e più gettonati sono quelli di Toto Wolff e Chris Horner, ma nessuno dei due sembra che approderà mai al Cavallino Rampante. Mentre il nome del primo viene sempre più spesso accostato a un ruolo in seno alla FIA nel caso di divorzio dalla Mercedes, senza dimenticare le sirene dell'Aston Martin di Lawrence Stroll, il secondo pare inamovibile dalla sua attuale scuderia.
LEGAME INDISSOLUBILE Horner è il team principal della Red Bull fin dagli inizi dell'avventura della scuderia austriaca in F1, nell'ormai lontano 2005, quando a neppure 32 anni divenne il più giovane a capo di una squadra del Circus. Un legame duraturo nel corso del quale la scuderia di Dietrich Mateschitz è arrivata ai massimi livelli, conquistando un totale di otto titoili mondiali equamente suddivisi tra titoli Piloti e Costruttori: ''Non potrei presentarmi a un'altra squadra - ha dichiarato Horner intervendo nel podcast 'In the Pink' - Passare alla Ferrari non è un sogno, almeno non per me. E non parlo neppure l'italiano. Mi piace il gruppo con cui lavoro. Finora è stato un grande viaggio, nel quale sono stato coinvolto fin dall'ìnizio. Abbiamo un grande gruppo, mi diverto''.
GP Australia 2019, riunione Red Bull tra Adrian Newey, Christian Horner ed Helmut Marko
IL FATTORE NEWEY Una delle mosse chiave di Horner per portare al successo la Red Bull è stata quella di ingaggiare Adrian Newey. L'ex pilota britannico ci riuscì organizzando una cena e ancora oggi non nasconde la sua ammirazione per il geniale ingegnere: ''Sono sempre stato un fan delle auto di Adrian e ho sempre seguito la sua carriera. Le sue auto erano una forma d'arte. La filosofia che avevo nel mio team di Formula 3000 era quella di coinvolgere i migliori ingegneri. Quello era Adrian per me. Sapevamo che alla McLaren non era necessariamente felice, con Newey in squadra tutti ci avrebbero preso sul serio''. La Red Bull, vista inizialmente più come una manovra pubblicitaria considerate anche le numerose attività extra pista che la circondavano, ingaggiò l'ingegnere che aveva già portato a una raffica di titoli mondiali Williams e McLaren al termine della stagione 2005.
RITORNO AL VERTICE Infine, Horner ha guardato al futuro. Dopo gli otto titoli mondiali conquistati tra il 2010 e il 2013, la Red Bull da diversi anni non riesci a lottare ad armi pari con la Ferrari e soprattutto con la Mercedes: ''Sono già trascorsi 15 anni da quando sono qui - ha ricordato Horner - ma non ho l'aspettativa di rimanerci per altri 15. L'obiettivo principale è riportare la squadra in una posizione vincente. Credo che possiamo ottenere molto di più. Sono ancora molto motivato''.