UN ANNO FA Il 29 novembre 2020 è una data che Romain Grosjean non potrà mai dimenticare. Al via del GP Bahrain, il francese si schianta ad altissima velocità contro le barriere esterne a curva 3, venendo avvolto in pochi secondi dalle fiamme sprigionate dai rottami della sua Haas, spezzatasi in due per la violenza dell'impatto. Dopo alcuni istanti di terrore, la sagoma del pilota emerge miracolosamente dal rogo: Grosjean se la cava con un grande spavento e alcune ustioni, un esito insperato data la drammaticità delle immagini. L'episodio ha lasciato segni nel corpo e nella psiche del 35enne, ma non ha interrotto la sua carriera, che da quest'anno è proseguita nella IndyCar.
IndyCar 2021, Detroit: Romain Grosjean (Dale Coyne Racing) in pista
I PROBLEMI ALLA MANO Nel corso di questi mesi, Grosjean ha spesso aggiornato i tifosi sulle sue condizioni tramite i propri profili social. In occasione dell'anniversario del terribile incidente, è stato ospite del podcast di Nico Rosberg, dove ha parlato a lungo dell'esperienza drammatica dello scorso anno e di quello che gli ha lasciato. Mostrando le sue mani, l'ex pilota di Renault e Lotus ha spiegato: ''La destra va bene, la sinistra va un po' meno bene. Quantomeno posso vivere normalmente. Non posso stare al freddo, non posso prendere il sole diretto per due anni, devo mettere la crema solare e indossare dei guanti. Fa male 23 ore al giorno, devo fare esercizi di riabilitazione ogni 10 minuti per non perdere la mobilità. Non è tutto roseo, non è tutto bello, ma ho entrambe le mie mani, posso guidare, posso giocare con i miei figli ed è questo quello che conta''.
L'ASPETTO PSICOLOGICO Come detto, un'esperienza simile non ha lasciato segni solo nel corpo di Grosjean, ma anche a livello psicologico. Imbeccato da una precisa domanda a riguardo posta da Rosberg, il francese ha risposto: ''C'è un prima e un dopo il 29 novembre per me. Non puoi passare attraverso un'esperienza come questa ed essere lo stesso. Apprezzo molto di più i dettagli, sto di più con i miei figli, in particolare quest'anno in cui ho viaggiato molto. Diamo la vita per scontata, ma può andare molto rapidamente''.
RAPPORTARSI ALLE GARE IN MODO DIVERSO Per spiegare come è cambiata la sua mentalità dopo questo episodio, Grosjean ha poi raccontato un aneddoto risalente a pochi giorni dopo l'incidente: ''Stavo giocando a ping pong con il mio allenatore, nel tentativo di recuperare per la gara finale ad Abu Dhabi e quando sono tornato in camera mia moglie mi ha chiesto chi aveva vinto. Ho detto che non lo sapevo e che non avevamo giocato a punti e lei si è preoccupata, perché non avevo mai giocato senza la vittoria in palio! Sì, ora gioco per godermi l'attimo''. Questo differente approccio è valido anche per le gare automobilistiche: ''Sicuramente ha cambiato tutto, anche il modo in cui vedo le mie gare. Continuo a fare tutto in modo professionale, ma non voglio neanche dimenticarmi del lato divertente di questo, cosa che nello sport professionistico si tende a fare''.