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Quando in Italia era ormai notte fonda, l'ordine di arrivo del GP Stati Uniti è stato stravolto: Lewis Hamilton e Charles Leclerc, giunti rispettivamente secondo e sesto, sono stati squalificati e tolti dalla classifica finale per irregolarità tecniche emerse sulle loro vetture dopo le verifiche di routine effettuate al termine della gara. Vediamo nel dettaglio che cosa è successo.
IL MOTIVO DELLA SQUALIFICA
I tecnici della FIA incaricati di effettuare le verifiche tecniche hanno rilevato sulla Mercedes numero 44 e sulla Ferrari numero 16 un'irregolarità al pattino presente sul fondo delle monoposto. Questo deve essere spesso 10 millimetri ed è concessa a fine gara una tolleranza di un millimetro a causa dell'usura che può verificarsi nel corso di un gran premio. Dunque sulle due vetture in questione lo spessore rilevato era inferiore a 9 millimetri. L'infrazione è stata trasmessa alla Direzione Gara che, dopo aver convocato i rappresentati delle due squadre, non ha potuto fare altre che applicare il regolamento
F1 2023: il pattino sul fondo della Mercedes
LE CAUSE DEL PROBLEMA
Cosa ha portato i pattini ad usurarsi eccessivamente? Si è trattato probabilmente di una serie di fattori. Il primo, e più evidente, è legato alle sconnessioni della pista che li hanno portati a impattare spesso contro l'asfalto. Dalle immagini tv erano molto evidenti i sobbalzi a cui le vetture erano sottoposte in diversi tratti del circuito COTA di Austin. Un secondo fattore è legato al programma del weekend, caratterizzato dal sabato dedicato alla Sprint. Ciò costringe i team ad effettuare tutto il lavoro di preparazione nella sola sessione di libere del venerdì, con l'assetto che dopo le FP1 non può più essere modificato dato che le monoposto entrano in regime di parco chiuso. In caso di intervento da parte della squadra, i piloti sono poi costretti a partire dalla pitlane, come accaduto ad esempio alle due Haas e alle due Aston Martin. Il format Sprint, con i 100 km di gara breve del sabato, incrementa del 30% la distanza da percorrere senza poter effettuare modifiche all'auto.
LE POLEMICHE
I controlli sui pattini delle monoposto non sono così consueti. Dopo la sosta estiva, verifiche simili sono state effettuate sulle vetture di Max Verstappen e Fernando Alonso a Singapore, su quelle di Leclerc e George Russell a Monza e su quelle di Nico Hulkenberg e Lando Norris a Zandvoort. Al termine del GP Stati Uniti solo quattro vetture hanno subìto questo trattamento, ossia le due poi squalificate più quelle di Verstappen e Norris. Nel paddock di Austin molti ritengono che un controllo allargato avrebbe portato alla squalifica di altri piloti.
LE CONSEGUENZE
La squalifica di Hamilton e Leclerc porta parecchie novità interessanti in termini di risultati. La Ferrari paradossalmente guadagna il podio con Carlos Sainz che sale in terza posizione, mentre nelle retrovie è festa in particolare per la Williams, con Alex Albon e Logan Sargeant che entrano entrambi in zona punti. Per l'americano arriva così il primo punto in carriera, proprio in una delle tre gare disputate negli Stati Uniti. In classifica generale chi ci perde più di tutti è proprio Hamilton che passa da 19 a 39 punti di distacco dal secondo posto di Sergio Perez.
LE REAZIONI
Mercedes e Ferrari non faranno appello contro la decisione presa dai commissari di gara. A spiegare il perché è stato Toto Wolff, boss della scuderia della casa di Stoccarda: ''Le scelte di assetto in un fine settimana Sprint sono sempre una sfida con solo un'ora di prove libere. Ancora di più su un circuito sconnesso come il COTA e quando si utilizza un nuovo pacchetto di aggiornamenti come successo a noi. Alla fine, tutto ciò non ha importanza; altri hanno capito bene dove noi abbiamo sbagliato e non c'è margine di manovra nelle regole''.