Anche in Messico si continua a discutere di quanto accaduto dopo la bandiera a scacchi di Austin e in particolare della squalifica di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, rispettivamente secondo e sesto al traguardo. La FIA ieri ha emesso un comunicato per spiegare i motivi che hanno obbligato i suoi tecnici ad effettuare verifiche sul fondo di sole quattro monoposto, mentre rimane la convinzione che allargando il numero di monoposto controllate sarebbero emerse altre irregolarità.
LA CONVINZIONE DI LEWIS A Città del Messico è stato proprio Hamilton a tornare sull'argomento, spiegando di aver ricevuto indiscrezioni sulla probabile irregolarità di altre vetture: ''Ho sentito da diverse fonti che c'erano molte altre auto illegali, ma non sono state controllate, quindi se la sono cavata. Corro qui da 16 anni, ci sono stati momenti in cui si sono verificati molti scenari come questo in cui alcune persone se la sono cavata con certe cose e altre sono state semplicemente sfortunate venendo sottoposte alle verifiche. Quindi penso che alla fine ci sia probabilmente bisogno di una sorta di struttura migliore in termini di garanzia che sia giusta e uniforme su tutta la linea''.
IL PROBLEMA SPRINT Secondo Hamilton, a provocare il consumo eccessivo sul fondo della sua Mercedes e della Ferrari ha contribuito non solo il fondo sconnesso del COTA di Austin, ma anche il format Sprint del weekend americano che ha concesso una sola sessione di prove libere a team e piloti: ''Non abbiamo mai avuto questo problema ad Austin prima. È stato solo perché avevamo anche la gara Sprint, quindi una soluzione facile sarebbe permetterci di cambiare dopo il venerdì. Basterebbe affrontare il fine settimana in modo diverso, con la macchina che non sia pronta già dal venerdì mattina, soprattutto sulla pista più sconnessa su cui abbiamo corso, perché questa è stata davvero l'unica ragione per cui ci sono stati problemi''.