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MONTE CARLO, QUINTA TAPPA A due settimane dal combattuto GP di Spagna, la Formula 1 attracca nel porto di Monte Carlo, la sua casa da oltre 70 anni. Domenica è in programma il Gran Premio di Monaco, cancellato lo scorso anno a causa della Pandemia di Covid-19, e dunque un ripasso su come si guida in una delle piste più ostiche del Mondo è d'obbligo, e chi meglio proprio di Brembo - l'azienda italiana che fornisce gli impianti frenanti a quasi tutta la griglia - può guidarci in questa scoperta? Di seguito troverete la carta d'identità della pista monegasca, i dati delle frenate principali e un focus video sulla frenata più severa di Monte Carlo. Buona lettura!
I SEGRETI DELLA PISTA DI MONTE CARLO
- La carta d'identità della pista
- Tutte le frenate
- I dischi in carbonio
- I dati sulle frenate
- La frenata più impegnativa
La carta d'identità della pista
Secondo i tecnici Brembo il Circuit de Monaco rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico alle ultime tre piste su cui si è corso. Il circuito che si snoda per le strade del Principato è caratterizzato da alto carico aerodinamico e con elevate percentuali di tempo speso in frenata. Le pinze e il fluido freni raggiungono elevate temperature e in passato si producevano fenomeni di vapour lock, con conseguente allungamento del pedale del freno.
- Categoria di frenata: medium (3 su 5)
- Tempo speso in frenata: 27%
- Lunghezza circuito 3.337 metri
- Numero di giri: 78
- Numero di frenate: 11
- Le tre curve più impegnative: curva 10, curva 1 e curva 5
Tutte le frenate
I dischi in carbonio
In Formula 1 i dischi in carbonio si utilizzano dagli anni Ottanta e in seguito si sono diffusi anche nelle altre competizioni motoristiche. Nessun altro elemento offre, infatti, quella combinazione di leggerezza, elevata conducibilità termica e assenza di dilatazioni anche ai 1.000°C che contraddistinguono i dischi Brembo di F.1. La densità del carbonio è di 1,7 grammi al centimetro cubo, a differenza dei 7,8 grammi dell’acciaio e dei 7,3 grammi della ghisa grigia. Il suo coefficiente di espansione termica è un quindicesimo dell’acciaio e un undicesimo della ghisa. Il punto di fusione del carbonio è superiore ai 3.000°C a fronte dei 1.200°C della ghisa e dei 1.800°C dell’acciaio.
I dischi in carbonio risultano inadeguati all’utilizzo su strada perché l’impianto frenante non raggiunge le temperature minime di esercizio di cui ha bisogno, ma anche per l’elevato consumo. Diversi dei loro benefici sono offerti dai dischi in carbonio-ceramico di cui Brembo, attraverso Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes una joint venture con SGL Group, è il principale produttore mondiale. I dischi in carbonio-ceramico consentono risparmio di peso è di 5-6 kg rispetto a un disco tradizionale in ghisa. Inoltre la loro durata può arrivare, a seconda del tipo di guida, ad essere addirittura pari alla vita della vettura su cui sono montati. Ma soprattutto il carbonio ceramico assicura una riduzione di circa 3 metri dello spazio di frenata da 100 km/h a 0 km/h rispetto a un disco tradizionale.
Scopri tutti i benefici dei dischi in carbonio-ceramico.
I dati sulle frenate
Pur essendo la pista più corta del Mondiale, appena 3.337 metri, il Circuit de Monaco richiede 11 frenate per giro, anche se solo una è particolarmente intensa. Quattro curve invece richiedono un impiego dei freni non superiore a 1,1 secondo. I piloti utilizzano i freni per 18 secondi e 7 decimi, pari al 27 per cento della durata della gara. Malgrado 7 frenate per giro in cui il carico sul pedale inferiore ai 90 kg, il carico complessivo esercitato da ciascun pilota dalla partenza alla bandiera a scacchi supera le 62 tonnellate. Solo a Singapore si registra un valore più alto. D’altra parte a Monaco dal via al traguardo l’impianto frenante viene utilizzato circa 870 volte.
La frenata più impegnativa
Delle 11 frenate del Circuit de Monaco 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, altrettante sono di media difficoltà e le restanti 7 sono light. La più dura per l’impianto frenante è quella dopo il tunnel (curva 10): le monoposto vi arrivano a 307 km/h e scendono a 90 km/h in soli 121 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 2,47 secondi esercitando un carico di 146 kg sul pedale del freno ed affrontando una decelerazione di 4,6 g.
Di seguito il video dedicato alla frenata più impegnativa di Monaco