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Dominio Mercedes, decisioni controverse e calo di pubblico. La Formula 1 ha bisogno di una sterzata o rischia lo smantellamento
F1 SMANTELLATA C'è un'evidente parallelismo tra il rapido smantellamento di un paddock che comincia subito dopo la partenza di un GP, e la demolizione di questo Campionato del Mondo di Formula 1 che è in corso sin dalla prima domenica di gara a causa della supremazia totale della Mercedes. Un dominio paragonabile a quelli storici di McLaren, Williams e Ferrari degli anni d'oro, o anche a quelli dello stesso team di Stoccarda in un paio di stagioni recenti. Entrambi ti lasciano, peraltro, l'amaro in bocca, e non si vede l'ora che cominci il prossimo GP nel primo caso, o il prossimo Campionato dall'altro.
QUESTIONE DI QUANTI Verrebbe infatti voglia di chiudere baracca e burattini e dare l'arrivederci al 2021, magari, se fosse possibile, mantenendo la stessa età di oggi, che il tempo resta sempre e comunque il bene più prezioso. Un bel viaggio quantistico in stile Avengers fino ai test invernali del 2021, con auto nuove, figlie di regolamento nuovo, e che magari abbia imparato dagli errori del passato (visto che se si dovesse ripetere quanto visto nel 2014 con l'inizio dell'era Mercedes, ci ritroveremmo da capo a dodici) e possa subito portare competizione e spettacolo. Facile a dirsi...
OTTO SU OTTO Invece ci ritroviamo a scrivere dell'ottava (su otto gare), fantastica, schiacciante e - proprio come ai tempi di Schumacher - anche noiosa, vittoria della Mercedes. Non fraintendeteci, in queste gare abbiamo visto, tra le altre cose, belle battaglie ed episodi esaltanti, nonostante tutto. Ma se poi alla fine, comunque la si giri, il risultato non è mai cambiato e sul gradino più alto del podio è sempre finito un ragazzo in tuta bianca e macchina argentata, allora di cosa stiamo parlando? Oggi Hamilton ha letteralmente passeggiato, come spiegato benissimo da Sebastian Vettel nell'intervista di fine giornata, e non lo ha fatto solo perché - indiscutibilmente - è il più bravo e completo tra i piloti attuali.
POTENZA O CONTROLLO La verità è che il vantaggio tecnico della Mercedes sulla concorrenza è grande, considerando che non hanno neanche il motore più potente. Quello, per fortuna dello (blando) spettacolo, è tutta farina del sacco Ferrari, ma come diceva un vecchio slogan proprio dell'attuale costruttore di pneumatici per la Formula 1, la Pirelli, "La potenza è nulla senza il controllo" e in curva alla rossa manca proprio questo.
DOV'ERA BOTTAS? Vettel ha invece litigato con le gomme per tutto il weekend, mentre Leclerc salvava il salvabile con un'ottima prestazione personale, arricchita dal bel finale di gara in cui ha provato anche a dar fastidio all'anonimo Valtteri Bottas. Già. Una gara sì e l'altra no il boscaiolo finlandese che tanto ci era piaciuto a inizio anno, sembra sparire. Ci eravamo illusi che in questo weekend potesse dar fastidio al suo compagno fino alla Q3, quando Lewis ha ingranato la marcia e se n'è andato, prima a prendersi la pole, e poi la vittoria.
INCREDULITÀ E a proposito della vittoria, vorrei vedere la faccia di ognuno di voi quando Lewis Hamilton ha stampato quel 1'32"764 a fine gara, con 29 giri sulle gomme a mescola Hard: "solo" un secondo e sette decimi più veloce del compagno Bottas in quel giro, e "ben" 24 millesimi più lento di Sebastian Vettel, che per fare sostanzialmente lo stesso tempo era entrato ai box nella tornata precedente per montare delle Soft nuove di fabbrica. Scommetto che la maggior parte di voi ha serrato le labbra, tirato su mento e sopracciglia e sgranato gli occhi. Incredibile.
FORMULA PENALTY La gara è stata noiosissima, inutile girarci intorno. E anche oggi, non fosse per il fatto che le penalità sono piovute su piloti che non lottavano per le posizioni di vertice, i commissari di gara sono rimasti sotti ai riflettori... Troppo severa almeno una delle due penalità (5" + 5") ricevute da Daniel Ricciardo all'ultimo giro e costatagli un bel settimo posto. Totalmente ingiustificata anche quella a Sergio Perez, che è andato largo al primo giro, è passato oltre i birilli come richiesto dal regolamento prima di rientrare in pista, ed è stato comunque penalizzato di 5". Entrambe le decisioni dei commissari, esattamente come quella subita da Vettel in Canada, sono inappellabili, anche se queste saranno dimenticate ben prima della telenovela canadese per ovvi motivi.
CAMBIO DI DIREZIONE Eppure così non va. Sulle gradinate del Paul Ricard c'era molta meno gente dello scorso anno e se si vuole appassionare il pubblico, non bastano villaggi e show, serve sostanza: gare combattute, sorpassi, e non si può vedere l'arbitro che fischia a ogni minimo contatto, per di più dopo aver vivisezionato il VAR (prendendo in prestito un gergo calcistico). Questo è esattamente il contrario di ciò che i fan vogliono e serve rendersene conto in tempo, perché ultimamente, fosse anche con le migliori intenzioni, è cominciato lo smantellando la Formula 1, e se non si cambia direzione in fretta si rischia di fare la fine dei paddock o dei campionati.
Foto di copertina: Alessandro Arcari