DISCUSSIONI FINO A TARDI La Formula 1 ha vissuto una lunghissima notte a Jeddah, mentre sullo sfondo della città continuava a bruciare lo stabilimento Aramco colpito da un missile lanciato da ribelli houti. Piloti, team e vertici del Circus sono rimasti riuniti per parecchie ore, spaccati tra la necessità di portare avanti il GP Arabia Saudita e il desiderio di andare via da una situazione tutt'altro che rassicurante. Dopo una prima conferma che l'evento sarebbe proseguito, nuove discussioni sono andate avanti soprattutto tra i piloti e solo stamattina è stato diffuso un breve comunicato ufficiale sull'evoluzione della vicenda.
F1 2022, GP Arabia Saudita: le fiamme provenienti dallo stabilimento colpito a Jeddah
EVENTO SICURO Questa il contenuto del breve comunicato emesso dai vertici di F1 e FIA, rappresentati a Jeddah dal CEO Stefano Domenicali e dal presidente Mohammed Bin Sulayem (ritratti assieme nella foto copertina di questo articolo): ''Formula 1 e FIA possono confermare che, dopo le discussioni con tutti i team e i piloti, il Gran Premio Arabia Saudita 2022 continuerà come programmato. Dopo l'incidente ampiamente riportato che ha avuto luogo a Jeddah venerdì, c'è stata un'ampia discussione tra tutte le parti interessate, le autorità del governo saudita e le agenzie di sicurezza che hanno fornito rassicurazioni complete e dettagliate che l'evento è sicuro. È stato concordato con tutte le parti interessate di mantenere un dialogo chiaro e aperto durante l'evento e per il futuro''.
IMPOSSIBILITATI A PARTIRE In questo scenario, colpisce la ricostruzione pubblicata da BBC Sport riguardo quanto accaduto di fronte ai dubbi esposti dai piloti. Secondo l'emittente inglese, i piloti sono stati ''convinti di andare avanti e correre dopo aver ricevuto ulteriori informazioni dai capi. Parte di queste informazioni riguardava le possibili conseguenze della mancata corsa, come la facilità con cui squadre e piloti sarebbero stati in grado di lasciare il paese se la gara non si fosse svolta''. Ricordiamo che Aramco, la società proprietaria dello stabilimento colpito dall'attacco terroristico, è la compagnia nazionale saudita di idrocarburi ed è lo sponsor principale non solo del GP Arabia Saudita, ma anche uno dei partner commerciali principali del Mondiale di F1.
IL COMUNICATO DEI PILOTI La Grand Prix Drivers Association, il sindacato dei piloti di F1, ha a sua volta diffuso quest'oggi un comunicato dopo quanto avvenuto nella notte: ''Ieri è stata una giornata difficile per la F1 e una giornata stressante per noi piloti. Forse è difficile capirlo se non hai mai guidato un'auto di F1 su questa pista di Jeddah veloce e impegnativa, ma vedendo il fumo dell'incidente è stato difficile rimanere un pilota completamente concentrato e cancellare le naturali preoccupazioni umane. Di conseguenza siamo entrati in lunghe discussioni tra noi, con i nostri team principal e con le persone più anziane che gestiscono il nostro sport. Una grande varietà di opinioni è stata condivisa e dibattuta e, dopo aver ascoltato non solo i poteri della F1, ma anche i ministri del governo saudita che hanno spiegato come le misure di sicurezza verranno portate al massimo, il risultato è stato una risoluzione: oggi faremo le qualifiche e domani gareggeremo. Ci auguriamo quindi che il GP Arabia Saudita 2022 venga ricordato come una buona gara piuttosto che per l'incidente accaduto ieri''.
F1 2022, GP Arabia Saudita: il cielo di Jeddah illuminato dall'incendio dello stabilimento Aramco
RALF SE NE VA Se i protagonisti della F1 sono stati convinti (obbligati?) a rimanere, c'è anche chi potendo sta lasciando l'Arabia Saudita. È il caso di Ralf Schumacher, presente come commentatore per Sky Germania, che ha deciso di tornare a casa. Il tedesco ha spiegato: ''Prima di tutto devo chiarire che sono un esperto di F1 e non di assicurazioni, affari o politica. Penso che la pressione sulla F1 sia enorme. C'è una quantità di denaro molto, molto grande che viene pagata e c'è un contratto a lungo termine. Ora la discussione riguarda il fatto che il governo saudita sta dicendo che si assicurerà che sia sicuro. Ciò significa che la F1 non può semplicemente tirare il cordino. Penso che sia questo il problema. Ho un'opinione chiara in merito e ho preso la mia decisione. Ma ovviamente ognuno deve farlo da solo''.