FINALMENTE QUALCOSA DI NUOVO Che il GP Italia 2020 potesse regalarci un risultato diverso da quei podi che nell'era delle motorizzazioni turbo ibride, e ancora di più quest'anno, sono stati quasi la regola - con due Mercedes accompagnate da un pilota Ferrari o Red Bull - era già nell'aria dopo i primi giri, quando dietro a Lewis Hamilton sono emersi con prepotenza i piloti della McLaren e Sergio Perez, mentre Valtteri Bottas e Max Verstappen annaspavano alle loro spalle. Il ritiro di Kevin Magnussen, con il successivo ingresso della Safety Car e la penalità inflitta a Lewis Hamilton per ingresso ai box con la pit-lane chiusa, ha reso però ancora più memorabile questa domenica di F1. Vedere nelle prime tre posizioni Pierre Gasly, Carlos Sainz e Lance Stroll riporta infatti molto indietro nel tempo le lancette dell'orologio.
F1, GP Italia 2008: Franz Tost, Dietrich Mateschitz e Sebastian Vettel (Toro Rosso)
I PRECEDENTI DI VETTEL E PANIS I due collegamenti più immediati che vengono in mente riguardano ovviamente Gasly, alla prima vittoria in carriera. Il francese ha vinto a Monza al volante dell'AlphaTauri, nuovo nome della scuderia di Faenza che in passato era la Minardi e poi è diventata Toro Rosso dopo l'acquisto da parte della Red Bull. Proprio la squadra con cui, nel 2008 e sempre a Monza, Sebastian Vettel ottenne il primo successo in F1. Gasly ha anche interrotto la lunga astinenza di vittorie per i piloti francesi, che durava ormai dal lontano 1996 quando Olivier Panis, al volante della francesissima Ligier, vinse un GP Monaco ricco di colpi di scena.
L'ASSENZA DELLE BIG3 Il risultato di oggi è storico anche per altri motivi. Innanzitutto Gasly è il primo pilota di una squadra diversa da Mercedes, Ferrari e Red Bull a vincere un gran premio di F1 nell'epoca delle power-unit ibride. Era addirittura dal GP Australia 2013 che mancava il successo di un pilota che non fosse dei tre top team: in quel caso, nell'ultima stagione con i motori V8, a trionfare fu Kimi Raikkonen, davanti a Fernando Alonso e a Sebastian Vettel, ai tempi rispettivamente piloti della Ferrari e della Red Bull. Per trovare nelle prime tre posizioni tre piloti che non siano di Mercedes, Ferrari e Red Bull dobbiamo tornare al 2012, quando in Ungheria Lewis Hamilton vinse al volante della McLaren, ai tempi ancora a pieno titolo un top team, davanti alle Lotus di Raikkonen e di Romain Grosjean.
F1, GP Australia 2013: Fernando Alonso (Ferrari), Kimi Raikkonen (Lotus) e Sebastian Vettel (Red Bull)
GLI OUTSIDER DEL 1999 Come detto, nel 2012 la McLaren era ancora da considerare una scuderia di vertice, ciò a cui pian piano ambisce a ritornare sotto l'ottima guida del team principal Andreas Seidl, come i risultati delle ultime due stagioni stanno dimostrando. Dobbiamo dunque andare ancora più indietro se vogliamo trovare un podio completamente formato da piloti di scuderie di centroclassifica: l'ultima volta avvenne infatti nel 1999, quando il GP Europa disputato al Nurburgring vide il successo di Johnny Herbert su Stewart Racing, davanti a Jarno Trulli su Prost e al compagno di squadra Rubens Barrichello. Insomma, oggi abbiamo assistito a una di quelle gare destinate ad essere ricordate negli anni. Un vero peccato che, a causa della pandemia di coronavirus, il tutto non sia avvenuto dinazi alla consueta folla festante che solitamente riempie le tribune di Monza.