Un quarto di secolo fa ci salutava uno dei campioni più amati della storia della Formula 1
TRE TITOLI di campione del mondo di Formula 1, 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri veloci, 80 podi, 2.931 giri in testa in 161 GP disputati, ma se chiedete a chiunque perché Senna sia da molti considerato tra i più grandi piloti della storia, no perdonate, il più grande in assoluto, nessuno snocciolerà i suoi dati. Perché raccontare Ayrton Senna con i numeri è come descrivere l'aurora boreale con un'equazione.
QUESTO BRASILIANO dallo sguardo malinconico è difficile da ingabbiare in qualunque tipo di definizione. Forse la parola che più gli si addice è "umano", con tutto quello che ne consegue. Prima di essere un pilota, un campione, un personaggio, e per molti un eroe o un simbolo, Ayrton era un uomo, che sbagliava, s'incazzava, si vendicava, ma che sapeva farsi voler bene e riusciva a emozionare. Si sa, è facile cadere nella retorica cercando di descriverlo, e perciò lasciamo questo compito ad altri o a chi lo ha già fatto meglio.
NON C'È BISOGNO di dire chi sia stato, basta vedere gli effetti, chiedersi perché nella storia della Formula 1 c'è un prima e un dopo Senna, anche, fortunatamente, nel campo della sicurezza. Domandarsi perché quel 1 maggio 1994 tutti quelli che c'erano ricordano benissimo dove fossero e cosa stessero facendo quando hanno appreso la tragica notizia della sua morte, come nel giorno dell'attacco alle Torri Gemelle o della caduta del Muro di Berlino. Basta sapere questo.
CHI C'ERA e ha avuto la fortuna di godere l'impeto e la passione che ci metteva nel brandire quel volante, sa benissimo chi fosse, conosce la decisione e la precisione con cui guidava, la fantasia con la quale inventava sorpassi e traiettorie, o l'esaltazione che trasmetteva la sua guida quando dal cielo qualcuno a lui caro - Ayrton leggeva la Bibbia tutte le sere e aveva un rapporto profondissimo con Dio - gli mandava qualche goccia di pioggia.
E A CHI NON C'ERA? Non si può spiegare, non troverete la risposta tra queste righe, occorre farsi prestare vecchie VHS e magari un videoregistratore, o ricercare filmati sgranati su youtube, o procurarsi giornali ingialliti e leggere cosa pensavano di lui i suoi rivali di una vita: Mansell, Alboreto, Berger, Piquet... e Prost, l'acerrimo nemico in pista e fuori, con cui però, poco prima di salutare tutti, aveva fatto pace.
INFINE potete chiedere chi fosse a chi l'ha vissuto. Ognuno vi racconterà il suo Ayrton, un pilota che non ha mai corso in Ferrari - ci andò vicino - ma che ciò nonostante seppe cementarsi anche nei cuori dei partigianissimi tifosi italiani. Raccogliete tutto questo e poi mescolatelo in un groviglio di pensieri. A quel punto avrete probabilmente percepito che siete andati solo vicino a conoscere Senna. Perché poi, alla fine, l'aurora boreale non la si può capire nemmeno se racontata da uno scrittore o se vista su Discovery Channel.