Formula 1: diamo i voti a tutti i team della stagione 2018. Mercedes al top, Ferrari bene ma non benissimo, Red Bull da rimonta
DA MERCEDES A WILLIAMS Dopo aver valutato le stagioni di ognuno dei 20 piloti impegnati nel mondiale di Formula 1 2018, ora tocca alle squadre. Dalla Mercedes alla Williams, andando in ordine di classifica, abbiamo dato i voti alle 10 scuderie di un campionato che ha assegnato il quinto titolo consecutivo alla casa tedesca, ma che non è stato scontato, almeno fino ai due terzi, grazie soprattutto ai progressi della Ferrari.
MERCEDES - voto 9 Non è stata la Mercedes schiacciasassi delle precedenti stagioni, merito della crescita dei rivali e di qualche difetto congenito della W09, peraltro brillantemente risolto dal team tecnico nel corso dell'anno. La sensazione però è che grazie al suo stato di grazia, sia stato più Hamilton a coprire le (pochissime) pecche della scuderia, che il team a realizzare una monoposto di un livello superiore. È anche fisiologico, dopo 5 anni di Formula 1 ibrida, che gli altri si siano avvicinati, e questo, se possibile, aggiunge ancora maggior pregio alla quinta doppietta consecutiva, piloti e costruttori, della casa di Stoccarda, perché come sempre il difficile non è arrivare in cima, ma rimanerci.
FERRARI - voto 6 Dopo l'imprevista scomparsa di Sergio Marchionne è stato un po' come se a Maranello si fosse smarrita la strada, sia quella tecnica (con aggiornamenti che hanno smesso di funzionare) che quella mentale (basti pensare all'aggravarsi degli errori di Sebastian Vettel). Il team tecnico gestito da Binotto è stato da 10 nel costruire un'auto che per ampie porzioni di stagione è sembrata persino più veloce della Mercedes. Dal punto di vista sportivo e strategico, invece, è arrivata qualche decisione sbagliata. È mancata inoltre alla squadra la capacità di accelerare quando i rivali diretti, Mercedes e Red Bull, lo hanno fatto e con successo, dopo metà stagione. Fondamentale per il 2019, al fine di non perdere il capitale costruito, sarà partire bene e soprattutto riuscire a gestire la convivenza di due puledri di razza come Vettel (le ultime gare dell'anno sono state confortanti in termini di auspicabile uscita dalla crisi di fiducia in cui è precipitato) e Leclerc. Vista da fuori e per i progressi fatti il voto più onesto sarebbe un 7, ma scende alla sufficienza per quella delusa sensazione da "si poteva fare di più" che ristagna nei cuori di ogni tifoso di Maranello dopo questo campionato.
RED BULL - voto 8 Il voto, superiore anche rispetto a quello della Ferrari, è derivato dal fatto che a Milton Keynes, dopo una partenza ad handicap - una costante degli ultimi anni - Newey è stato come al solito abile nel costruire il solito telaio favoloso, in grado di sopperire alle mancanze del motore Renault (comunque in continua ascesa). I due piloti del team austriaco, più Verstappen che Ricciardo ma solo a causa dell'immensa sfortuna di quest'ultimo (troppi propulsori rotti), avevano a disposizione sul finale di stagione una monoposto che trattava le gomme con i guanti, e che in gara riusciva a sopperire egregiamente alle difficoltà palesate sul giro secco. In curva inoltre - dove si vincono le gare, non sui rettilinei - è stata quasi sempre la più performante del lotto, sin dall'inizio della stagione. Con qualche cavallo in più sul motore avrebbe potuto dire la sua per entrambi i titoli, ora resta da capire se il prossimo anno con l'ingresso di Honda, la Red Bull manterrà il livello sin qui raggiunto.
RENAULT - voto 7 La casa transalpina è stata alla fine la prima degli altri team, e continua la sua lenta ma costante crescita. Quando aveva rilevato la struttura della Lotus per tornare protagonista in Formula 1, era subito stato detto dalla dirigenza che il piano era a lungo termine, e che non si sarebbe puntato al mondiale prima del 2020, e finora sembra che la tabella di marcia sia stata rispettata, anche se il difficile arriva ora. Se non ha impressionato per i picchi prestazionali, la Renault è stata quasi sempre in grado di competere ad alti livelli, su ogni tracciato (con un paio di eccezioni). Il prossimo anno avrà un'ottima coppia di piloti, Ricciardo e Hulkenberg, e potrebbe anche avere qualche chance di entrare nella top 3, se non dovesse funzionare il binomio Red Bull-Honda. Intanto con il quarto posto a entrare sono tanti milioni a Enstone e si potrà lavorare con ancora maggiore serenità per il futuro.
HAAS - voto 7 Per come era partita la stagione sembrava dovesse spaccare il mondo, anche se i punti raccolti sono stati meno di quelli potenziali visti qualche errore e qualche sfortuna di troppo. Poi gli altri team di centro classifica si sono avvicinati e hanno fatto anche meglio, ma i passi in avanti ci sono stati e sono indiscutibili, grazie anche alla bontà del propulsore Ferrari. Il fatto che entrambi i piloti, Magnussen e Grosjean siano stati riconfermati per il 2019 è indice di come la Haas creda nel lavoro dei suoi uomini, e per portarlo a compimento si cerca più la stabilità che il colpo a effetto. Il 2019 sarà però l'anno della verità: o si continuerà a crescere, o occorrerà trovare nuove idee e nuovi fondi per sopravvivere.
MCLAREN - voto 5 È stata la miglior stagione del team di Woking da 4 anni a questa parte, il che è tutto dire. Anche con il motore Renault, dopo tre annate disastrose con la Honda, non sono stati risolti i problemi, evidentemente strutturali, della nobile scuderia britannica. Fernando Alonso nonostante la scarsa affidabilità e le limitate prestazioni dell'auto, è arrivato 11° in campionato, comunque troppo poco per convincerlo a continuare. Il sesto posto finale nella classifica costruttori è da leggere come un settimo, visto il fallimento a metà stagione della Force India, che avrebbe invece conquistato più punti.
FORCE INDIA - voto 7 Continua a sorprendere cosa siano in grado di fare gli uomini del team di Silverstone a livello tecnico, una squadra ormai a tutti gli effetti inglese (il prossimo anno si dovrebbe chiamare Racing Point, per ora il nome è provvisorio) dopo il fallimento di metà stagione e il salvataggio da parte dell'imprenditore canadese Lawrence Stroll. Vijay Mallya e l'India abbandonano così la Formula 1 ma la "rosa" non sembra averne risentito, anzi. Nella seconda parte di stagione ha fatto vedere le cose migliori, e se sommiamo i 52 punti conquistati con i 59 che gli sono stati tolti al momento del fallimento, si ottiene 111, ovvero la quinta posizione virtuale tra le forze del mondiale 2018, dietro alle top tre e alla Renault, tutti team dotati di un budget notevolmente più alto.
SAUBER - voto 8 Il voto è tutto basato sul netto miglioramento che la Cenerentola del campionato 2017 ha mostrato in pista quest'anno. Certo, avere i propulsori Ferrari aggiornati alla stagione in corso, e non a quella precedente (come avvenne nel 2017, disputato con motori 2016), ha pesato tantissimo sui progressi fatti dal team svizzero, ma con il supporto economico dell'Alfa Romeo e una spintarella da Maranello, a Hinwil hanno costruito una vettura competitiva, in grado negli ultimi scampoli di stagione, grazie anche al talento di Leclerc, di competere senza timori con tutta la seconda fascia della griglia.
TORO ROSSO - voto 5 A inizio campionato alcuni risultati avevano fatto intravvedere nel team di Faenza buone potenzialità, e sono stati indiscutibili i progressi del propulsore Honda rispetto a quanto fatto nei tre anni precedenti con la McLaren. Eppure la Toro Rosso è riuscita a inserirsi solo a tratti nella lotta di vertice della seconda fascia, e nonostante gli exploit del giovane Gasly, è sembrata essere una macchina dal buon telaio ma limitata dalle performance della sua power unit. I soli 33 punti raccolti rappresentano un passo indietro rispetto alle ultime stagioni.
WILLIAMS - voto 2 La nota più dolente dell'intera Formula 1. Vedere una delle scuderie più nobili nel ruolo di fanalino di coda fa male, pensando ai tanti titoli mondiali e ai campioni che hanno corso con questo marchio. Il motore è lo stesso della scuderia che ha a tratti dominato il campionato, ma a livello tecnico e telaistico l'auto di Grove ha difettato e non poco. Certo i due piloti Stroll e Sirotkin non brillano certo per esperienza, ma la sensazione è che anche fosse guidata da Hamilton la Williams non si sarebbe schiodata dai bassifondi della classifica. Frank e Claire dovranno inventarsi qualcosa per garantire non solamente la risalita, ma soprattutto la sopravvivenza a una scuderia romantica, l'ultima ancora gestita dalla passione di una famiglia.