Formula 1: diamo i voti a tutti i piloti della stagione 2018. Lewis Hamilton perfetto. Verstappen e Leclerc tra i migliori, delusione Vettel
DA LEWIS A SERGEJ Abbiamo dato i voti alla stagione dei 20 piloti impegnati in questo 2018 di Formula 1 da poco concluso. Siamo andati in ordine di classifica, partendo dal campione del mondo Lewis Hamilton e terminando con il fanalino di coda della stagione, Sergej Sirotkin, passando per gli alti e bassi di Vettel, la concretezza di Raikkonen, la spettacolarità di Verstappen, la reverenza di Bottas e la sfortuna di Ricciardo, non dimenticandoci però del talento di Leclerc e Alonso e della maturità di Perez e Hulkenberg. Uno per uno ecco tutti i voti della stagione.
LEWIS HAMILTON – voto 10 Quale altro voto dare a chi nel 2018 è entrato nella leggenda con il quinto titolo, ribaltando anche le situazioni più avverse, e terminando a podio 18 gare su 21 (con 11 pole e 11 vittorie)? Il riassunto della stagione in una gara: Monza. Partiva terzo con le Ferrari più performanti della Mercedes ma al via passa Vettel che per resistergli finisce in testacoda, e dopo il pit-stop ritardato, supera Raikkonen andando a prendersi di giustezza il successo e ammutolendo l'imponente pubblico ferrarista. I numeri di Schumacher fino a ieri sembravano irraggiungibili, oggi chi può raggiungerli ha un nome e un cognome: Lewis Hamilton.
SEBASTIAN VETTEL – voto 5 Siamo onesti, i tifosi più delusi vorrebbero un voto ancor più basso, ma non si può dare di meno a un pilota che ha vinto 5 gare e fatto 5 pole in stagione, unico, insieme al Verstappen dell'ultimo scampolo di stagione, a dare del filo da torcere a Hamilton. Troppi però gli errori da 2 in pagella – dall’uscita di pista in Germania quando era al comando, agli svarioni di Baku, Le Castellet e Spielberg (la penalità in griglia presa nelle prove per aver ostacolato Sainz) fino ai testacoda di Monza, Suzuka e Austin – che fanno la media con le tante buone cose viste quest’anno. Ma un conto è far vedere sprazzi di talento, che il tedesco ha e nessuno lo discute, un conto è invece vincere campionati.
KIMI RAIKKONEN – Voto 7 Ha fatto meno punti del compagno e non è mai stato seriamente in lizza per il titolo, è vero, ma la costanza dimostrata a 39 anni, i 12 podi conquistati e il ritorno al successo ad Austin, sono tanti passi in avanti per il pilota finlandese rispetto alle ultime stagioni. Se non ci fosse stato il giovane Leclerc a pressare da dietro, avrebbe persino meritato la riconferma in Ferrari, più di tante altre occasioni nella quale è comunque arrivata. Il prossimo anno correrà in Sauber, ma Kimi è sereno così: ha già il suo posto nella storia e potrà continuare a fare ciò che gli piace di più: guidare un’auto da corsa. Un pilota di ghiaccio, che non è abituato ad esprimere la sua passione a parole, ma con i fatti. Roba di altri tempi.
MAX VERSTAPPEN – Voto 8 Va detto a chiare lettere: è un fenomeno. Per la costanza, la velocità e per come si inventa spazi per manovre impossibili laddove gli altri vedono solo retrotreni. Ha vinto, quasi dominato, quando la macchina glielo ha consentito, e conquistato 11 podi con una vettura fortissima in gara, ma con l’handicap della qualifica e dei cavalli motore del TAG Heuer (leggasi Renault). Il confronto interno con Ricciardo è stato falsato dai troppi inconvenienti subiti dall’australiano, ma comunque stravinto dall’ex bambino prodigio che oramai è cresciuto, e ha dimostrato una maturità e un livello che Daniel solo in qualche occasione è riuscito a sostenere. Se il prossimo anno i nuovi motori Honda lo assisteranno, ne vedremo delle belle.
VALTTERI BOTTAS – Voto 5 Nel 2018 Valtteri ha stabilito un record: è stato il pilota più volte secondo senza vincere neanche una gara in stagione, ben sette. È vero, in Russia la vittoria era sua e il team l’ha sacrificato sull’altare di Lewis Hamilton, ma non avrebbe cambiato la sostanza. Se il britannico quest’anno ha alzato il suo livello, Bottas ha mostrato tutti i suoi limiti, quelli di un ottimo pilota che non sembra però avere le stigmate del campione. Grazie ai suoi servigi di maggiordomo si è guadagnato il rinnovo per il 2019, ma sarà l’anno della verità, o il rischio di vedersi sostituire a fine anno (Esteban Ocon è al momento il nome più probabile) si farà ben concreto.
DANIEL RICCIARDO – Voto 7 Paperino in confronto è fortunato. Si è ritirato 8 volte in gara e ha dovuto scontare ben sei penalità in griglia, quasi tutte per problemi legati al propulsore della sua Red Bull. Ha vinto due gare a inizio anno, in Cina e a Monaco, e chiedergli di fare di più con queste premesse è oggettivamente azzardato. Eppure dopo aver retto il confronto con il baby prodigio Verstappen per due stagioni, questa è stata la prima in cui si ha avuto la sensazione che l’olandese avesse qualcosa in più. Il prossimo anno Ricciardo correrà per la Renault e sarà probabilmente più complicato confermarsi tra i top driver, gli auguriamo però di poter avere un’auto all’altezza per togliersi qualche soddisfazione, ma anche qualche sassolino dalle scarpe, visto il benservito riservatogli dal suo team.
NICO HULKENBERG – Voto 8 È il campione del mondo degli altri, sebbene non sia stato protagonista di una stagione perfetta, con ben 7 ritiri, è stato il pilota in grado di conquistare più punti in mezzo a un nugolo di auto i cui valori cambiavano di weekend in weekend, di pista in pista a seconda delle caratteristiche. Il prossimo anno con Ricciardo in squadra avremo finalmente un metro di paragone adeguato per definire il valore di uno dei piloti più sottovalutati nella storia della Formula 1. Fa sensazione pensare che uno veloce come Hulkenberg non sia mai salito sul podio in carriera con 156 gare all’attivo (un record assoluto).
SERGIO PEREZ – Voto 7 È stato l’unico a salire sul podio quest’anno oltre ai sei top driver (a Baku). Il messicano, alla sua ottava stagione in Formula 1, è un pilota maturo, che sbaglia poco e ha ridotto le sue intemperanze in pista. Il compagno di scuderia Ocon era stato più veloce di lui nella prima parte di stagione, ma il ritorno di “Checo” con 10 GP a punti nelle ultime 13 gare, è stato più consistente e gli ha assicurato l'ottava piazza finale nel campionato.
KEVIN MAGNUSSEN– Voto 7 Ecco invece uno che l’irruenza in pista deve ancora limitarla, ma quest’anno ha dimostrato le doti di pilota che aveva fatto intravvedere nell’anno di esordio in Formula 1, quando alla prima gara nel 2014 fu addirittura secondo in Australia. Dopo tante difficoltà, l’avere avuto una buonissima macchina – la Haas – tra le mani gli ha fatto ritrovare fiducia in sé stesso, e nonostante la troppa aggressività che lo ha condotto a commettere qualche errore di troppo, la sua stagione è stata più che positiva.
CARLOS SAINZ JR – Voto 6 13 gare a punti su 21, due in più del compagno Hulkenberg che però gli è finito davanti in classifica di ben 16 punti e tre posizioni. Ci si aspettava qualcosa in più dal figlio d’arte spagnolo, che in patria è considerato da sempre l’erede naturale di Fernando Alonso. Il prossimo anno prenderà anche il sedile del suo idolo in McLaren, ed è difficile prevedere cosa potrà fare in una scuderia in crisi nera da quattro stagioni. Intanto però si può valutare il suo 2018, con la sufficienza e qualche buona gara fatta vedere qua e là, come a Baku e Abu Dhabi.
FERNANDO ALONSO – Voto 7 A inizio stagione la McLaren sembrava essere una vettura ben più competitiva, e l’asturiano ne riusciva a estrarre il massimo. I primi 5 GP li ha conclusi tutti a punti, poi è ricominciato l’incubo, tra problemi di affidabilità e di scarsa competitività. È cambiato il motore ma non la sostanza, e così nei restanti 16 GP sono arrivate solo altre 4 zone punti. Il confronto con Vandoorne è stato imbarazzante, a suo favore ovviamente, ma Nando non poteva più sopportare un’altra stagione a farsi doppiare dai fenomeni, sapendo che con una macchina adeguata sarebbe sicuramente stato in grado di sfidarli. Così ha deciso di lasciare il circus e di cercare fortuna altrove, ma il sogno è vederlo rientrare in Formula 1 tra un anno, magari con la triple crown in testa e con un’auto adeguata a fargli scaricare in pista tutta la frustrazione raccolta nelle ultime sfortunate annate.
ESTEBAN OCON – Voto 6 Il francese ha corso una stagione 2018 tutto sommato positiva, considerando le difficoltà psicologiche con le quali si è fronteggiato, non avendo ancora le spalle larghe (dettate anche dallo sponsor personale) del suo compagno Perez. Così, prima lo spettro del fallimento del team, poi la nuova gestione Lawrence Stroll, che lo vedeva indiziato numero uno a lasciare la Force India a fine anno per essere rimpiazzato dal figlio del boss (come poi è avvenuto), infine l’imbuto di prospettive con il quale ha dovuto confrontarsi, lo hanno portato a commettere l’unico grosso errore della stagione: il contatto con Verstappen in Brasile che è costato la vittoria all’olandese e la reputazione a sé stesso. Quell’inutile tentativo di sdoppiarsi resta negli occhi di tutti come emblema negativo di un stagione che era invece stata più che discreta. Ora Esteban potrà solo attendere e sperare in un sedile nel 2020, vista l’indiscussa velocità dimostrata nei suoi due anni passati in Force India.
CHARLES LECLERC – Voto 8 Il 13° posto finale in classifica non dice tutto di una stagione che il giovane monegasco, promesso sposo Ferrari per il 2019, ha condotto in un crescendo quasi impetuoso. Charles ha commesso qualche errore e si è girato più volte, ma questo accade a tutti, anche a Lewis Hamilton, quando si è alla costante ricerca dei propri limiti. E il pilota della FDA sembra aver terminato le sue ricerche soprattutto nelle ultime gare stagionali, dove a fronte di due sfortunati ritiri in Giappone e Stati Uniti, si è mantenuto sempre al vertice del resto della griglia, spremendo tutto dalla sua Sauber. Il GP di Abu Dhabi con il quale si è chiuso il mondiale, è stata probabilmente la sua gara più matura, con un settimo posto figlio solo di una scelta strategica sbagliata. Avrebbe potuto sorprendere ancora di più, ma niente paura, avrà a disposizione tutto il 2019 per farlo.
ROMAIN GROSJEAN – Voto 6 La sufficienza è d’obbligo per il francese, che ha pagato qualche sfortuna di troppo qua e là nella stagione. Il quarto posto di Spielberg è stato il miglior risultato degli ultimi tre anni, e pochi ricordano quanto bene stesse correndo in Australia quando è arrivato il prematuro ritiro. Negli altri weekend tante gare nella pancia del gruppo e qualche punto in meno di quanti ne meritava, in ogni caso ha ridotto al minimo gli errori gratuiti. Se l’auto lo assisterà anche nel 2019 potrà lottare stabilmente per la top ten.
PIERRE GASLY – Voto 6 Il quarto posto in Bahrain aveva illuso la Toro Rosso che potesse essere una stagione positiva, mentre alla fine sono solo cinque i piazzamenti a punti del giovane pilota francese che il prossimo anno sarà al volante di una Red Bull. La classe c’è, ma è rimasta celata troppe volte dietro ai limiti della sua monoposto, che solo in poche occasioni (Monaco, Budapest, Spa) gli ha consentito di mostrare sprazzi del suo grande talento. Nel 2019 non avrà scuse, e dopo un solo anno di gavetta sarà chiamato a salire di livello o, la storia insegna, potrebbe rischiare il posto anche a stagione in corso.
STOFFEL VANDOORNE – Voto 4 Il voto è assolutamente negativo e non inficiato dalla scarsa competitività della sua McLaren. E non è che non avesse attenuanti, ma conosciamo bene le sue capacità e vederlo sottoperformare così (21-0 il bilancio in qualifica in favore di Alonso) fa male. Il belga ha dimostrato in carriera di poter fare ben altro. In passato è stato a livello del suo compagno di scuderia, ma quest'anno non ha retto la pressione e prodotto errori e risultati insufficienti, che sono sfociati con la sua rimozione dal team di Woking. Poteva fare assolutamente di più, e la sensazione è che ce ne accorgeremo presto, vedendolo per esempio far bene in Formula E.
MARCUS ERICSSON – Voto 5 Come Vandoorne, anche lo svedese ha patito il confronto interno al team con un compagno più veloce e di talento, in questo caso Leclerc. Marcus poteva fare di più, e lo ha fatto vedere in varie occasioni, ma alla fine non è bastato neanche il suo munifico sponsor a consentirgli di salvaguardare il posto in Formula 1. La sua stagione si chiude con 9 punti, ben 30 in meno del compagno, ed è stata comunque la migliore dal 2015, quando ottenne lo stesso numero di punti ma con un piazzamento in meno nei dieci. Non è un “fermo” come molti dicono, anche lui potrà dimostrare le sue qualità in IndyCar, dove correrà il prossimo anno.
LANCE STROLL – Voto 6 Con una vettura neanche lontana parente delle sue progenitrici, ha fatto vedere qualche buona cosa, con due piazzamenti a punti e poco altro. Oggettivamente non poteva fare di più, e la sufficienza gliela diamo in extremis grazie anche ai test post-stagionali, dove – presa in mano per la prima volta una macchina competitiva (La Force India) – ha fatto vedere buone cose piazzandosi due volte al terzo posto. Certo, sono test e i tempi non contano, ma con la Williams di quest’anno si poteva veramente fare poco di più.
BRENDON HARTLEY – Voto 5 Generoso e volenteroso, in qualche occasione è stato anche più veloce del compagno Gasly, finendo tre volte a punti. Ma anche nel suo caso il confronto è stato, tirando le somme, impietoso: 29 punti a 4, tanto basta per decretare la fine ingloriosa della sua carriera in Formula 1, sostituito dall’anglo-thailandese Albon per la prossima stagione. Potrebbe tornare al WEC, dove invece ha già dimostrato le sue doti di ottimo pilota.
SERGEJ SIROTKIN – Voto 5 Ultimo con un solo punto in classifica, ma non è stato asfaltato dal suo compagno, che in gara lo ha battuto 12 volte su 20. E per il russo vale lo stesso identico discorso che per Stroll: con un’auto così non sarebbe neanche giusto dargli un voto più basso.