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Formula 1

Il caso Racing Point, l'ultima delle "reincarnazioni"


Avatar Redazionale, il 07/01/19

5 anni fa - Il caso dell'ex Force India è solo l'ultimo di una lunga storia

Formula 1: il caso Racing Point, l'ultima delle "reincarnazioni"

In Inghilterra si parla di "reincarnation" quando un team cambia nome e proprietà. Il caso dell'ex Force India è solo l'ultimo di una lunga storia

NUOVA VITA Vi siete mai domandati perché la tedesca Mercedes, la francese Renault e la austriaca Red Bull hanno tutte sede in Inghilterra? I team di Breckley, Enstone e Milton Keynes sono tutti frutto di una "reincarnazione", per dirla all'inglese, o più semplicemente di un passaggio di licenza, con tanto di rilevamento delle strutture da team insolventi, falliti o, più semplicemente, che hanno deciso di abbandonare il circus della Formula 1.

SOLO TRE "ORIGINALS" Quello della Racing Point (Nome comunque provvisorio, a quanto appreso dalla stampa anglosassone), nata dalle ceneri della Force India, è solo l'ultimo di una lunga storia. Basti pensare che nella Formula 1 moderna solamente Ferrari, McLaren e la giovanissima Haas hanno sempre mantenuto il loro status di scuderie "originali". Fatti i dovuti distinguo si può dire lo stesso di Williams e Sauber. Gli altri cinque team iscritti al mondiale 2019 sono tutti figli o figliastri di altre più o meno prestigiose scuderie del passato.

CINQUE BANDIERE Partiamo proprio dalla Racing Point, che fino a metà della scorsa annata era nota a tutti semplicemente come Force India, scuderia brillante nonostante i pochi fondi e gli affari più o meno ambigui del suo ex proprietario Vijay Mallya. Tutto il baraccone è stato rilevato nel 2018 dall'imprenditore canadese Lawrence Stroll, che oltre ad aver piazzato nel team suo figlio Lance al volante, ha dato il via alla quinta vita (la quarta "reincarnation") di un team che era nato nel lontano 1991 come Jordan, e la cui licenza era passata, dopo 15 anni di dignitosissima attività, dal suo proprietario Eddie Jordan ai russi della Midland e poi agli olandesi della Spyker, prima di diventare Force India nel 2008.

MATESCHITZ TI METTE LE ALI Ma anche due dei top team odierni, Red Bull e Mercedes, hanno passato una trafila simile. La nonna della Red Bull altri non era che la Stewart (La scuderia di Sir Jackie) che esordì nel mondiale nel 1997 dopo essere stata un team di Formula 3, per poi diventare dal 2000 al 2004 team ufficiale della casa britannica Jaguar, fino all'arrivo del miliardario austriaco Dieter Mateschitz, che nel 2005 rileva tutte le strutture di Milton Keynes e chiama la scuderia come la bibita che vende miliardi di lattine in tutto il mondo. E questo accadde anche con la Toro Rosso, quando nel 2006 Mateschitz comprò la Minardi (1985-2005) e la trasformò nel team satellite della sua Red Bull, lasciando sede e strutture a Faenza. 

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NOBILE PASSATO La Mercedes invece era un tempo nientepopodimenoche... la Tyrrell! La nobile scuderia di Ken Tyrrell aveva però sede a Ockham e non a Breckley. A spostare tutta la logistica lì furono quelli della BAR (British American Racing), che acquistarono la licenza e corsero per sette stagioni (1999-2005) in Formula 1, prima di mollare tutto alla Honda (2006-08) la quale a sua volta si arrese dopo tre anni di scarsi risultati cedendo il posto alla Brawn GP. La sorprendente scuderia di Ross Brawn, che aveva acquistato il team in fase di smantellamento alla simbolica cifra di un dollaro, investì sul progetto e vinse il mondiale al debutto con Jenson Button. Ma solo l'anno successivo, la Brawn era già stata sostituita dalla Mercedes, lo stesso team che ha dominato le ultime cinque stagioni.

DA SENNA A SCHUMI AD ALONSO E la Renault? Stessa storia. La scuderia francese, già presente tra il 1977 e il 1985 in Formula 1, vi tornò nel 2002 rilevando le strutture della Benetton, la scuderia che vinse due titoli con Michael Schumacher e che nel 1986 avva preso il posto di quella stessa Toleman (1981-85) che fece esordire un certo Ayrton Senna. Finito qui? No. La Renault, dopo due titoli vinti con Fernando Alonso (2005-06), si ritirò nuovamente dal Circus lasciando il posto a un'altra rientrante di lusso, la Lotus nel 2011, che a sua volta cedette nuovamente la licenza alla Renault dal 2016. Il tutto non spostando mai la sede dalla britannica Enstone.

DUE QUASI ORIGINALS Restano solo Williams e Sauber, che vantano due storie a parte. La scuderia di Frank Williams nasce ufficialmente nel 1977, sebbene negli anni precedenti il suo fondatore aveva portato in pista dal 1969, sotto il nome di Frank Williams Racing Cars, varie monoposto (Brabham, De Tomaso, March, Politoys e Iso). Da allora è sempre rimasta "Williams", con sede a Grove, la terza scuderia più longeva della storia dopo Ferrari e McLaren. La scuderia svizzera invece, fondata nel 1993 da Peter Sauber, è sempre rimasta con sede a Hinwil ma per cinque stagioni (dal 2006 al 2010) corse con il nome di BMW Sauber, peraltro il team che fece esordire Sebastian Vettel.

LA STORIA Le uniche due scuderie che hanno mantenuto dunque invariato il proprio assetto societario sin dalla nascita, sono - come detto - Ferrari e McLaren. La prima fondata da Enzo Ferrari nel 1947, e partecipò sin dagli albori del 1950 al mondiale di Formula 1, prendendo parte ad almeno un GP in ognuna delle 69 edizioni sin qui disputate. La seconda, la McLaren, fu fondata nel 1963 dal pilota neozelandese Bruce McLaren. Non è dunque un caso se il mito delle corse risiede in due magici paesini, Maranello e Woking, proprio dove ancora oggi fabbricano le proprie auto due dei team più amati e riconosciuti in ogni angolo del globo.


Pubblicato da Simone Valtieri, 07/01/2019
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