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Nell'ultima gara dell'anno, la Ferrari ha mostrato le stesse debolezze note fin dal GP Australia di marzo
SF90 LENTA... NEL LENTO Da Sebastian Vettel a Charles Leclerc, fino a Mattia Binotto, al termine delle qualifiche di ieri tutti in casa Scuderia Ferrari hanno sottolineato la debolezza della SF90 nel terzo settore del circuito di Yas Marina, sede del GP Abu Dhabi. Nulla di nuovo, se si guarda al rendimento della monoposto di Maranello in questa stagione: velocissima sul dritto, tanto da attirarsi i sospetti e i veleni degli avversari, quanto in difficoltà nei settori lenti e tortuosi. Caratteristiche che hanno portato la Ferrari a vincere sulle veloci piste di Spa e Monza, ma anche a prendere sonore batoste su tracciati come quello di Melbourne o quello di Budapest.
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RENDIMENTO AGLI OPPOSTI Il circuito di Yas Marina, contraddistinto da due settori veloci e da uno finale, ossia il già citato terzo, lento e tortuoso, è perfetto per mettere in evidenza pregi e difetti della SF90. Andando a vedere i migliori tempi per settore di ciasun pilota nel corso delle qualifiche del GP Abu Dhabi, il quadro delle prestazioni salta subito all'occhio: Vettel e Leclerc hanno ottenuto i due migliori riscontri cronometrici nei primi due terzi di gara, seppur infliggendo distacchi minimi allo scatenato Lewis Hamilton. Dove la situazione si ribalta completamente è nel tratto finale: in soli 37 secondi, Leclerc e Vettel pagano dal pilota della Mercedes rispettivamente sei e sette decimi. Un'enormità, che li ha fatti sprofondare al quarto e quinto posto finale della sessione e che li pone più sul livello delle scuderie di centroclassifica che su quello delle Frecce d'Argento e della Red Bull. Lando Norris, su McLaren, e Daniel Ricciardo, su Renault, si sono infatti fermati a meno di tre decimi dal parziale di Vettel.
VELOCITA' SEMPRE AL TOP Anche dando uno sguardo alle velocità di punta, si trovano conferme sulle caratteristiche estreme della SF90: alla speed trap il quattro volte campione del mondo ha ottenuto il dato più alto con 329 km/h, ben 8 più di Hamilton e quasi 7 più di Max Verstappen. La Ferrari ha ottenuto le velocità di punta più elevate anche sulla linea del traguardo e nel primo settore.
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GUARDARE AL RECENTE PASSATO Questa breve analisi si limita alle qualifiche, la sessione dove la monoposto di Maranello quest'anno ha spesso brillato, come testimoniano le 9 pole position conquistate in 21 appuntamenti. Un dato di tutto rispetto a cui fanno da contraltare le sole 3 vittorie, a testimonianza delle difficoltà sul passo gara. È qui che le caratteristiche estreme della SF90 si evidenziano ancora di più: nelle curve lente la vettura non riesce a far lavorare correttamente le gomme, di conseguenza scivola molto e consuma più velocemente gli pneumatici rispetto agli avversari. Otto mesi dopo il deludente weekend di Melbourne, il peggiore dell'anno secondo quanto dichiarato giovedì da Leclerc, ritroviamo la Rossa con gli stessi problemi. Per il 2020 sarà importante trovare una monoposto più equilibrata, come era stata a lungo la SF71H dello scorso anno, capace di vincere a Melbourne come a Spa. Un'impresa non impossibile per gli uomini di Maranello se pensiamo che, non più tardi di due stagioni fa, avevano affidato a Vettel e Kimi Raikkonen una vettura che, all'opposto dell'attuale, aveva il suo punto di forza sui circuiti tortuosi, tanto da conquistare la doppietta sia a Monte Carlo sia a Budapest.