FURTO DI DATI? Un giallo informatico ha coinvolto la Ferrari in questi giorni. Sul web è infatti circolata la notizia, ripresa da molte testate, di un attacco hacker ai danni della casa di Maranello, con conseguente furto di dati sensibili. Si parlava di ben 7 gigabyte di documenti tra cui manuali di riparazione e set di dati. Secondo quanto riportato dal sito Red Hot Cyber, si sarebbe trattato di attacco tramite ramsonware, dunque con un programma che si infiltra in un sistema informativo rendendo inutilizzabili al proprietario tutta una serie di dati, che si possono riottenere solo dietro il pagamento di un riscatto.
LA REPLICA FERRARI Il Cavallino Rampante ha smentito questa ricostruzione, spiegando in un comunicato: ''Siamo consapevoli che alcuni media hanno segnalato che c'è stata una divulgazione di informazioni e che alcuni documenti sono stati resi disponibili online. Ferrari non ha prove di attacchi ransomware o di una violazione dei suoi sistemi e segnala che non ci sono state interruzioni del business e dell'operatività. L'azienda sta lavorando per identificare l'origine dell'evento e attuerà tutte le iniziative necessarie''.
L'ADDIO A KASPERSKY La vicenda aveva trovato una sponda anche dalla situazione politica internazionale. A seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, a inizio stagione la Scuderia Ferrari aveva interrotto la collaborazione con lo sponsor Kaspersky, azienda russa che si occupa di sicurezza informatica. Al suo posto è stato da poco siglato un accordo con Bitdefender, società di sicurezza informatica rumena. Come ci ha specificato l'ufficio stampa di Bitdefender, al momento Ferrari non utilizza ancora alcun prodotto o servizio di cybersecurity di Bitdefender nelle sue attività.