LA DELUSIONE Il secondo posto di Charles Leclerc, rischia di essere uno specchietto per le allodole. La Ferrari SF1000, a dispetto della classifica che vede il monegasco subito alle spalle del dominatore Bottas e persino davanti ai nemici pubblici numero 1 e 2 (Lewis Hamilton e Max Verstappen), si è ritrovata sul podio per un combinato disposto di fortuna, scelte strategiche azzeccate e cattiveria agonistica del pilota. Insomma,congiunture astrali che, si diceva, non si può pretendere che si ripetano gara dopo gara. E non sarebbe una sorpresa per nessuno se Vettel e Leclerc, domenica prossima, in condizioni di corsa un po’ più lineari si trovassero a lottare per la settima o l'ottava posizione con Racing Point, McLaren e Renault. Ma perché l’ultima Ferrari di Formula 1 ha tutte queste difficoltà? Proviamo a capirci qualcosa…
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PERCHÉ LA FERRARI SF1000 È COSI LENTA? LA QUESTIONE MOTORE
Quello che lo scorso anno era il punto di riferimento della categoria, in questo 2020 sembra essere diventato il tallone d’Achille per il Cavallino. Parliamo del motore che, nella passata stagione, sopperiva sulle piste veloci a gran parte delle carenze della macchina, facendo letteralmente decollare la SF90 in rettilineo. Per questo motivo, gli avversari – Toto Wolff e Max Verstappen su tutti – avevano sollevato dubbi sulla regolarità della power unit di Maranello, oggetto di svariate indagini della Federazione comunque sempre concluse in un nulla di fatto. Nel corso dell’inverno, ben prima che la pandemia bloccasse le fabbriche, la Fia ha però comunicato di aver raggiunto unaccordo con la Ferrari, (il cui contenuto non è mai stato rivelato nonostante leproteste degli altri competitor) circa il funzionamento della tanto contestata unità motrice. Da quel momento in poi, quasi ad avvalorare le tesi di chi parlava di un motore irregolare, la Rossa ha smesso di correre in rettilineo. E le impressioni dei test di Barcellona sono state inequivocabilmente confermate anche dai dati del Red Bull Ring, con i team motorizzati Ferrarisprofondati nelle classifiche delle velocità di punta.
F1 Test Barcellona 2020: il retrotreno della Ferrari SF1000
PERCHÉ LA FERRARI SF1000 È COSI LENTA? IL PROGETTO AERODINAMICO
Ed è qui che arriviamo però al secondo problema evidenziato dalla SF1000 al Red Bull Ring: la resistenza all’avanzamento. Mattia Binotto, anzi, punta il dito proprio sulle scelte aerodinamiche originariamente progettate per una monoposto chesarà rivoltata con il pacchetto di aggiornamenti previsto per l’Ungheriae che potrebbe essere in parte anticipato nel Gp di Stiria di domenica. In sostanza, la macchina era nata per rafforzare le carenze del 2019 generando più carico aerodinamico (e, di conseguenza, maggiore resistenza all’avanzamento con velocità di punta inferiori in rettilineo) forte della grande spinta dal propulsore. “Castrata” la power unit, è anche conseguentemente crollata tutta l’impalcatura che poneva le fondamenta proprio sui cavalli del motore. E, pur se la Rossa è stata tra le migliori nei (pochi) tratti a bassa velocità del circuito di Spielberg mettendo una toppa a uno dei grossi buchi della diretta antenata, la differenza in termini di velocità di punta – causata in parte dalla nuova direttiva tecnica sul motore e in parte dall’aumento del drag e dal“blocco aerodinamico” di cui vi abbiamo parlato qui– ha di fatto vanificato i passi in avanti compiuti in curva.
F1 Test Barcellona 2020: dettaglio dell'ala anteriore della Ferrari SF1000
I PROBLEMI DELLA FERRARI SF1000: POSSIBILI SOLUZIONI
Accordo con la Fia o meno, e a prescindere dalle ragioni di fondo, il problema lato motore non è di facile risoluzione: il regolamento approvato per contenere i costi dopo la pandemia, ha bloccato gli sviluppi sulle power unit e quindi non è su quell'aspetto che gli ingegneri di Maranello potranno intervenire per recuperare il gap dai rivali. Gli uomini di Binotto, così come apertamente annunciato dal team principal nei giorni scorsi, hanno dovuto ripensare il progetto della monoposto, lavorando sull’aerodinamica e sul telaio prima che (dopo l’estate) un nuovo congelamento – imposto sempre per contenere le spese dei team – arrivi a cristallizzare fino a fine campionato e in parte anche nel 2021 le prestazioni delle auto. Il tutto, senza considerare che gli ingegneri hanno dovuto spendere parte del poco tempo a disposizione dopo il lockdown per irrobustire la scatola del cambio rivelatasi troppo fragile nei test. Insomma, è una vera e proprio corsa contro il tempo per portare in pista la prima grossa fetta di aggiornamenti, attesa per la gara a Budapest del prossimo 19 luglio. Anzi, nella factory Ferrari si lavora notte e giorno per provare ad anticipare qualcosa già venerdì nelle prime libere del Gp di Stiria. Basterà per permettere a Leclerc e Vettel di avvicinarsi a Mercedes e Red Bull? Per un ulteriore approfondimento sul tema, vi rimandiamo alla rubrica “L’ingegnere del lunedì” su FUnoAnalisiTecnica.