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I giornali spagnoli lo hanno già incoronato come numero uno del box della Ferrari partendo da una semplice considerazione numerica: dopo il problema alla centralina elettronica – e, aggiungiamo noi,la penalizzazione di dieci posti sulla griglia del GP di domenica prossimaper l’utilizzo della terza componente (la prima oltre il limite consentito) – che ha costretto Charles Leclerc allaresa in Bahrain, Carlos Sainz è stato l’unico a portare punti a Maranello. Ma, pure guardando le classifiche, c’è poco da sorridere anche per i fan del madrileno, che a Jeddah va a caccia di risposte sul piano dell’affidabilità e delle prestazioni della SF-23, ben al di sotto delle aspettative di qualche settimana fa. Tutti temi di cui Sainz non ha potuto fare a meno di parlare nella conferenza stampa d’apertura del weekend saudita.
PARLA SAINZ “Non conta solo quanto riesci a migliorare tra un anno e l’altro – ha spiegato Carlos – ma anche quanto cresci rispetto al resto della griglia. Io sono in Ferrari da tre anni e ho visto progressi enormi tra il 2021 e il 2023. Il fatto è che fino a ora non sono stati sufficienti per battere la Red Bull e la Mercedes. Nel 2021 abbiamo chiuso al terzo posto, l’anno scorso siamo stati secondi e adesso l’inizio di campionato è stato difficile. Abbiamo dovuto affrontare problemi sul passo gara e riguardanti l’affidabilità che onestamente non ci aspettavamo di dover affrontare, e che ci hanno colto con la guardia abbassata. Ma stiamo cercando di prendere le misure adeguate perché una cosa del genere non si ripeta”.
NIENTE CRISI Uno dei temi fondamentali su cui Sainz si è voluto soffermare è la questione della tanto chiacchierata crisi del team di Maranello: “Un bilancio andrà fatto più avanti perché un altro settore importante sarà quello dello sviluppo e della capacità di correggere gli errori che sono stati commessi. Quest’anno penso che faremo un buon lavoro con gli aggiornamenti perché abbiamo obiettivi chiari su quello che bisogna migliorare, e anche perché la macchina in pista corrisponde perfettamente a quella in galleria del vento. Umore basso nel team? In realtà è molto migliore di quanto si legge sui giornali, perché è chiarissimo per noi quello che dobbiamo fare per riuscire a risolvere i problemi e degli obiettivi a breve, medio e lungo termine. Sono un po’ sorpreso che qualcuno, in Italia, abbia cercato di destabilizzare il team parlando di crisi dopo un solo GP. Siamo i primi a non essere contenti, i più infastiditi dagli errori e i più danneggiati dai risultati negativi, ma io sono tranquillo perché vedo persone concentrate e dedite al lavoro”.