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IL FUTURO DI SEB Con il mondiale 2020 ormai quasi totalmente compromesso, almeno per quanto riguarda le ambizioni di lottare al vertice, Sebastian Vettel guarda con particolare attenzione agli scenari futuri. Il quattro volte campione del mondo, nonostante indiscrezioni e successive smentite, restain lizza per un sedile in Racing Point– chedal prossimo anno si chiamerà Aston Martin, pur mantenendo più o meno lo stesso assetto societario attuale – e Red Bull. E sel’ipotesi del “figliol prodigo”appare caldeggiata soprattutto dal patron Dietrich Mateschitz, oltre a essere una possibile soluzione alla scarsa competitività di tutti gli ultimi giovani compagni di Verstappen, la strada che porta verso la scuderia anglo-canadese inizia a farsi più che una semplice suggestione.
F1 GP Ungheria 2020, Budapest: Sebastian Vettel (Ferrari) parla con Helmut Marko (Red Bull)
L’AMMISSIONE Abbiamo già detto come, pur in presenza di accordi pluriennali per entrambi i piloti Racing Point, ci sarebberoclausole per giungere a una risoluzione anticipata con un Sergio Perezche intanto si sta guardando intorno tra Haas e Alfa Romeo Racing, pur ripetendo allo sfinimento diessere blindato da un contratto. Ad ammettere l’interessamento all’arrivo di Vettel, poi, è stato finalmente il team principal della scuderia, Otmar Szafnauer. Intervistato dalla tv tedesca Rtl, il manager statunitense ha infatti aperto le porte al ferrarista: “È bello sentire che un campione di questo calibro sia interessato a correre con noi. Come potremmo non essere aperti all’arrivo di un quattro volte iridato?”.
F1 GP Italia 2018, Monza: Perez (Racing Point) e Vettel (Ferrari) in conferenza stampa
QUALCOSA DI SIMILE L’ammissione di Szafnauer, ovviamente, non è l’unico indizio che mette Vettel sulla strada verso il quartier generale Racing Point di Silverstone. Nel weekend F1 in Ungheria, il trentatreenne si è ulteriormente sbilanciato rispetto alle dichiarazioni di incertezza del recente passato. “Al momento – ha spiegato Sebastian a Sky Germania – è emozionante che ci siano nuove possibilità per il futuro. Davvero, ancora non ho deciso che cosa farò alla fine, ma io voglio vincere. Tutti quanti sappiamo che auto bisogna guidare per avere la possibilità di vincere ma, visto che quella non sembra un’opzione realistica, allora bisogna trovare qualcosa di simile…”. Dichiarazioni che da un lato ricordano la polemica di queste settimane legata alla somiglianza tra la RP20 e la Mercedes della passata stagione, ma che dall’altro avvicinano il tedesco al team di Lawrence Stroll, che a Budapest ha dimostrato di poter essere la seconda forza in pista.
F1 GP Ungheria 2020, Budapest: Sebastian Vettel (Ferrari) nel paddock
PROFESSIONALITÀ Parole accompagnate dal consueto velo di ironia, che in qualche modo riportano alla memoria quelle di Fernando Alonso che, proprio in Ungheria, nel 2013 (“Regalo di compleanno? Vorrei la macchina che hanno gli altri”, disse all’epoca riferendosi alla Red Bull dominante in quel campionato) consumarono il primo strappo tra lo spagnolo e Maranello. Molto diverso è però il contesto: Vettel è ormai da mesi statoscaricato dalla Scuderia, mentre Alonso si trovava ancora saldamente al centro del progetto tecnico. “Mi sarebbe piaciuto – ha concluso il tedesco – che le cose fossero andate diversamente, ma sono un professionista e devo accettare la loro decisione. Ovvio, avrei voluto diventare campione del mondo con la Ferrari, ma non è stato possibile. Abbiamo comunque passato bei momenti insieme”.