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LA MOVIOLA DEL GP AUSTRIA Nuovo campionato del mondo di Formula 1, nuova stagione delle analisi Var di MotorBox. In questa prima puntata del 2020 analizziamo alla lente di ingrandimento le decisioni del collegio dei commissari presente al Red Bull Ring per il Gp d’apertura, capitanato per l’occasione dall’italiano ex pilota di F1, Vitantonio Liuzzi.
RED BULL CONTRO IL DAS MERCEDES: RECLAMO RESPINTO
Gliel’avevano già promessa dopo i test di Barcellona e si sono mostrati di parola: dopo il primo giorno di attività in pista, la Red Bull haprotestato ufficialmente contro l’innovativo sistema Das– Dual Axis Steering che permette di regolare in marcia la convergenza delle ruote anteriori per scaldare le gomme e sfruttare anche eventuali vantaggi aerodinamici riducendo la resistenza all’avanzamento – ideato dalla Mercedes. Il dispositivo, sostengono gli uomini Red Bull, consente di modificare l’aerodinamica in movimento ed è per questo motivo vietato dal regolamento. La risposta della Fia? Il pilota agisce solo sull’asse del volante, il che è ovviamente ammesso dal codice sportivo. Non una sorpresa, visto che la Federazione si era già espressa informalmente già in Catalogna, ma a quanto pare un passaggio necessario per permettere a Red Bull di portare a sua volta in pista un dispositivo analogo.Qui maggiori dettagli sull’intera vicenda.
GP Austria 2020, Spielberg: Lewis Hamilton (Mercedes) e Alex Albon (Red Bull)
HAMILTON E LA BANDIERA GIALLA IN Q3: +3 IN GRIGLIA (IN RITARDO)
Ha fatto molto discutere quanto accaduto con Lewis Hamilton nella terza e decisiva sessione di qualifica. Nel primo tentativo, il britannico è andato largo in curva-10, perdendo dunque il giro cronometrato. Nel secondo e ultimo assalto, il pilota Mercedes non ha alzato il piede in regime di bandiera gialla (causato dall’uscita di pista del compagno di squadra) ma si era inizialmente salvato perché – recita il comunicato della Direzione gara – nonostante le bandiere sventolate dai commissari di percorso, i pannelli elettronici segnalavano il verde. A pochi minuti dal via della gara, però, laclamorosa retromarcia: dopo l’ulteriore ricorso della Red Bull basato su un video pubblicato sui social della F1 (qui sotto), Hamilton è giustamente penalizzato con tre posizioni in griglia di partenza e due punti sul “patentino”. La sanzione è in linea con quella che lo stesso Verstappen aveva subito loscorso anno in Messicoper un’infrazione analoga. È tuttavia di sicuro molto grave che, nella prima analisi del sabato pomeriggio, agli steward fosse sfuggito che uno dei pannelli indicasse correttamente la presenza del pericolo…
The stewards cleared @LewisHamilton of any wrongdoing following this yellow flags incident at the end of qualifying on Saturday 👀#AustrianGP 🇦🇹 #F1pic.twitter.com/Vx9ziJtuU3
— Formula 1 (@F1) July 4, 2020
KIMI RAIKKONEN PERDE UNA RUOTA: UNSAFE RELEASE E 5.000 € DI MULTA
Situazione decisamente pericolosa è quella che ha visto incolpevole protagonista Kimi Raikkonen. Dopo la girandola di pit-stop causata dal secondo ingresso della Safety Car, il finlandese rientra in pista apparentemente senza problemi. È quando si riparte che, però, si evidenzia che c’è qualcosa che non va: l’anteriore destra della sua Alfa Romeo Racing si sfila rapidamente creando pericolo per Sebastian Vettel e tutti gli altri piloti alle sue spalle. Kimi è poi bravo a parcheggiare in sicurezza, ma l’errore del team è evidente: gli svizzeri saranno per questo sanzionati con 5.000 euro di multa (come solitamente accade in questi casi) dopo che le indagini sul dado hanno accertato una rottura del sistema di fissaggio della ruota, non rilevata durante il pit-stop.
Three wheels on that wagon 😱#AustrianGP 🇦🇹 #F1pic.twitter.com/GtVkN8miqO
— Formula 1 (@F1) July 5, 2020
L’INCIDENTE DI HAMILTON E ALBON: 5 SECONDI PENALITÀ (MOLTO SEVERI)
Un altro dei momenti clou della gara è il contatto che ha messo fuori gioco Alexander Albon. Il thailandese ha attaccato Hamilton all’esterno di curva-4, accettando il rischio di un eventuale toccata. Per questo, nonostante sia chiaro che Lewis si sposti “fisiologicamente” verso la Red Bull numero 23, riteniamo che non sarebbe stato assolutamente uno scandalo lasciare correre e giudicare l’episodio come un normale contatto di gara. La scelta di penalizzare il pilota Mercedes con cinque secondi e due punti sulla Superlicenza è invece in controtendenza rispetto al clima di liberismo inaugurato dopo alcune penalità estremamente severe (in Canada e Francia) della scorsa stagione. Tornare indietro sarebbe decisamente un peccato…
History repeats itself for Albon and Hamilton 😭#AustrianGP 🇦🇹 #F1pic.twitter.com/3FR1oxG2cd
— Formula 1 (@F1) July 5, 2020
PEREZ TROPPO VELOCE IN PIT-LANE: 5 SECONDI DI PENALITÀ
Nel corso di uno degli ingressi in pit-lane, Sergio Perez transita sulla linea della corsia box a 81.2 km/h. E, cioè, 1.2 all’ora più veloce del limite consentito: prontamente beccato, il messicano pagherà cinque secondi di penalità da aggiungersi al tempo di fine gara. Una sanzione comunque ininfluente per la sesta posizione finale, visto che già in pista il pilota Racing Point era stato scavalcato da Charles Leclerc, Lando Norris e Carlos Sainz.
F1 GP Austria 2020, Red Bull Ring: Sergio Perez (Racing Point)
POLEMICA SULLA SAFETY CAR: BOTTAS NON ANDAVA PENALIZZATO
In occasione della terza e ultima ripartenza, Valtteri Bottas accelera un po’ prima rispetto ai due restart precedenti, arrivando piuttosto vicino alla Safety Car (che stava rientrando ai box). Soprattutto in alcuni ambienti social si è sparsa la voce che il finlandese andasse penalizzato per la manovra, ma nel regolamento non è prevista alcuna distanza minima tra il leader della corsa e la macchina di sicurezza. È prevista, invece, una distanza massima, che non deve superare lo spazio idealmente occupato da dieci monoposto di Formula 1. Bottas quindi non ha commesso alcuna scorrettezza nella procedura di ripartenza.Qui ulteriori dettagli sul tema.
F1 GP Austria 2020, Red Bull Ring: la terza ripartenza, Bottas molto vicino alla Safety Car