Le discussioni sonocominciate a giugno, al Red Bull Ring, e proseguite un paio di settimane fa, a Monza. Secondo quanto riportato dall’autorevole testata tedesca Auto Motor und Sport, le power unit del futuro della Formula 1 sono adesso in procinto di essere definitivamente deliberate. Obiettivo? La firma nel weekend del Gran Premio di Turchia dove, nel fine settimana del prossimo 10 ottobre, oltre a giocarsi il sedicesimo round della lotta per il titolo tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, ci sarà una partita ben più importante per i programmi a medio-lungo termine della categoria. Che porterà comunque in pista motori V6 turbo ibridi alta espressione dell’innovazione tecnologica perseguita dal 2014 in poi, ma privati dell’eccessivamente complicata MGU-H (la componente che sviluppa energia sfruttando il calore) al fine per invogliare l’entrata in gioco di nuovi costruttori.
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IL COMPROMESSO La situazione, sin dai primi incontri di Spielberg, è stata abbastanza chiara: l’interesse all’ingresso di nuovi fornitori di power unit non manca – i CEO di Porsche e Audi, come rappresentanti del gruppo Volkswagen, sono sempre stati presenti ai meeting organizzati da Fia e F1 – purché i player attuali rinuncino a parte del proprio vantaggio competitivo in termini di know-how. D’altronde, la storia di Honda, arrivata a livelli di performance e affidabilità accettabili dopo svariate stagioni disastrose, non è passata inosservata e nessuno dei nuovi potenziali costruttori vorrebbe ripeterla, rischiando di spendere centinaia di milioni di euro per accumulare figuracce sportive. La novità, emersa dalle discussioni delle ultime settimane, potrebbe essere dunque la rinuncia alla MGU-H, molto costosa e inutilmente complicata, a fronte di un aumento della potenza sprigionata dalla “cugina” MGU-K (il motogeneratore che si ricarica con il movimento delle ruote).
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LE NOVITÀ Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe proprio questo il nodo dell’accordo: stop alle MGU-H, più cavalli dalla MGU-K (dagli attuali 163 a 476) – con il conseguente stravolgimento della struttura della power unit, che perderebbe una componente ma necessiterebbe al contempo di batterie più grandi, pesanti e capienti – in cambio dell’impegno di Audi e Porsche di entrare nella massima serie automobilistica come motoristi e di restarvi per almeno cinque stagioni. Il gruppo di Wolfsburg, dunque, metterebbe i piedi in F1 con ben due brand (un po’ come già fatto a Le Mans) condividendo i costi ma duplicando i benefici sportivi e pubblicitari. Altre indiscrezioni parlano dell’abbandono dell’idea di una F1 a quattro ruote motriciin stile Wec, con il recupero dell’energia che avverrebbe comunque anche dall’asse anteriore pur restando la trazione esclusivamente posteriore. Ancora da limare altri dettagli, come la possibilità di aprirsi all’aerodinamica attiva – cioè profili alari che modificano la propria incidenza a seconda dei punti della pista – e la questione del budget cap dei motoristi, che Audi e Porsche vorrebbero tenere piuttosto alto e Mercedes quanto più basso possibile, forte del vantaggio accumulato in questi anni. Per saperne di più sarà solo questione di giorni…