L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin ha sconvolto (ovviamente) anche la geopolitica del Mondiale di F1. Così, dopo la decisione dicancellare il GP di Sochi 2022e di concludere per “cause di forza maggiore” ilcontratto con il circuito di Igora Drive, nei pressi di San Pietroburgo, per l’organizzazione delle tappe dal 2023 in poi, anche il futuro di tutti i piloti russi nel motorsport è stato messo in discussione. Per quanto riguarda il paddock iridato, l’unico a farne le spese è stato Nikita Mazepin,licenziato con effetto immediato dalla Haas, che ha anche deciso di chiudere i ponti con il munifico sponsor Uralkali, l’azienda chimica guidata da papà Dmitry. Finita qui? Neanche per sogno, perché proprio oggi la famiglia dell’oligarca Mazepin, data per vicina alle politiche di Putin, è tornata all’assalto.
F1, GP Russia 2019: Nikita e Dmitry Mazepin a Sochi con Vladimir Putin | Foto: Instagram @nikita_mazepin
IL FONDO “WE COMPETE AS ONE” La prima mossa di Nikita è la nascita della fondazione “We Compete As One”, che scimmiotta il “We Race As One” lanciato qualche anno fa dalla F1 e che si promette di garantire a tutti gli atleti russi e bielorussi, esclusi come lui dalle rispettive competizioni, di poter effettivamente svolgere il proprio lavoro. E che, per farlo, mette in campo le cifre faraoniche che Uralkali avrebbe dovuto investire nella stagione 2022 della Haas. “La decisione del team – spiega Mazepin Jr in conferenza stampa da Mosca – non è stata basata su una direttiva della Fia o da alcuna sanzione ricevuta da me o da mio padre. Ovviamente, non crediamo che sia stata una scelta giusta, ma c’è una domanda più importante da fare… Non c’è più spazio per la neutralità nello sport? Un atleta non ha più il diritto di non avere un’opinione o di tenerla al di fuori dalla propria sfera pubblica? Uno sportivo può essere punito per questa ragione?”.
F1 2022: Nikita Mazepin (Haas)
F1, NON È UN ADDIO L’ex pilota Haas ha poi parlato della sua carriera in F1, che ha avuto una battuta d’arresto ma che non è ancora arrivata alla sua conclusione: “Non la vedo come un capitolo chiuso. Continuerò a tenermi nella condizione fisica di poter gareggiare e sarò pronto a cogliere ogni opportunità che si presenterà in futuro. Al momento, mi concentrerò solo sulla F1 e non sulle altre categorie, non ho in programma di partecipare in altre tipologie di campionati, ma concentrerò le mie attenzioni sulla fondazione a cui ho dato vita”. Non manca, però, una considerazione sulla situazione che lo ha portato a perdere il sedile: “Capisco che il mondo non è più quello di due settimane fa e sono sicuro che questo è un momento doloroso per molte persone. Chi non vive in questa regione, o non è nato qui, vede solo una parte del problema, mentre chi si trova in Russia o in Ucraina ha più elementi per capire. Ho molti amici e parenti che si sono trovati da entrambe le parti del conflitto e quello di cui parliamo oggi (la fondazione We Compete As One, ndr) è qualcosa di importante, ma che non si può paragonare con quanto sta accadendo su larga scala”.
F1 Test Barcellona 2022, Nikita Mazepin (Haas)
URALKALI ALL’ATTACCO Non mancano ovviamente le minacce di adire vie legali nei confronti della Haas, scuderia al quale la Uralkali di Dmitry Mazepin sostiene di aver già versato una parte dei finanziamenti stabiliti per il 2022, che adesso saranno dirottati alla fondazione voluta dal figlio Nikita. “L’azienda – si legge in una nota del colosso russo che opera nel settore chimico – vede la decisione della Haas come irragionevole, e crede che lo sport debba sempre tenersi al di fuori dalla politica e dalle pressioni di fattori esterni. Dato che la maggior parte della somma concordata per la stagione 2022 è stata già trasferita al team, e dato che l’accordo di sponsorizzazione è stato concluso prima della prima gara del campionato, la Haas non è stata in grado di adempiere alle obbligazioni prese nei confronti di Uralkali. Per questo, chiediamo il rimborso immediato della somma già versata, che sarà utilizzata per finanziare We Compete As One e supportare gli scopi della Fondazione”.