A dispetto di un cognome che non ha bisogno di presentazione, l’atteggiamento in pista e nei box di Mick Schumacher è quello di un bravo scolaretto con tanta voglia di imparare. E che non ha paura di apparire debole nel fare domande a chi è più esperto di lui. A confermare l’approccio del giovane pilota tedesco, figlio della leggenda Michael, che già aveva impressionato nelle categorie minori per la sua capacità di apprendere gara dopo gara pur senza essere dotato del talento cristallino del padre, è il compagno di squadra Kevin Magnussen.
F1 2022: Mick Schumacher e Kevin Magnussen (Haas)
MI MANDA K-MAG Il forte pilota danese ha sorpreso tutti per la sua consistenza e velocità dopo un anno di stop. Spesso considerato burbero e schivo dai rivali in pista, il 29enne sta invece instaurando un buon rapporto con Mick: “Non capita spesso tra piloti, perché di solito sei troppo orgoglioso per fare domande e, magari, vuoi nascondere le tue debolezze. Ma a Schumacher questo non interessa, vuole solo imparare il più possibile. Per quanto mi riguarda, sono felice di aiutarlo, perché se lui cresce ne beneficia anche il team e, di conseguenza, ci guadagno anche io. Questa volta sono molto più rilassato rispetto all’ultima mia esperienza in F1. Differenze prestazionali tra noi? No, non c’è tutto questo gap come potrebbe sembrare. Mick è molto bravo, anche se ha soltanto un anno di Formula 1 alle spalle. E non è vero che tutti, nel team, ascoltano le mie indicazioni ignorando le sue. Anzi, lui è molto bilanciato nei giudizi”.
F1 2022, test Bahrain: Mick Schumacher (Haas)
VERSO LA FERRARI? Imparare in fretta, però, non implica che Schumi Jr. potrà a breve salire sul sedile che ha permesso a papà Michael di entrare nella leggenda delle corse. Secondo il manager austriaco Franz Tost, team principal dell’AlphaTauri da sempre molto vicino alla famiglia Schumacher per aver seguito le fasi iniziali della carriera di Ralf, Mick dovrà aspettare un po’ prima di puntare alla Ferrari. “Mick dovrà guidare per qualche altro team – ha spiegato ai microfoni di Sport1 – per almeno altre tre stagioni. La F1 è molto complicata, un pilota ha bisogno almeno di tre anni di apprendimento prima di poter guidare al top e questo lo dimostra il fatto che anche giovani come George Russell e Charles Leclerc hanno avuto bisogno di tempo per adattarsi. Prima di tutto, Mick dovrà comunque battere Magnussen e provare a raggiungere gli obiettivi con Haas. Questo è il suo lavoro oggi e non deve pensare a nient’altro”.