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IL RE È TORNATO È successo esattamente quello che sette giorni fa il caos aveva impedito che succedesse. Il secondo Gran Premio al Red Bull Ring è stato lineare, non condizionato dall’ingresso della Safety Car, da problemi tecnici e da incidenti. E, dunque, non c’è stata storia. Il gioco di parole con il nome della regione, la Stiria, che ha dato la denominazione a questo secondo round del campionato 2020 era fin troppo facile, ma descrive alla perfezione il livello di superiorità della Mercedes quando non ci sono errori tattici o misteriose avarie tecniche da fronteggiare. Terreno fertile per un Lewis Hamilton che ha costruitoieri in qualifica, sul bagnato, il suo capolavoroe che si è limitato oggi a spingere la sua Mercedes nera controllando il gap (sempre maggiore) sul primo degli avversari. In Stiria, nessuna storia, appunto, per il Re di questa Formula 1 che ci ha dimostrato quanta prestazione la W11 avesse ancora nel taschino.
F1 GP Stiria 2020, Red Bull Ring: Lewis Hamilton (Mercedes) dopo la premiazione
DOPPIETTA A mostrarlo ancora meglio, in realtà, è stato il leader del mondiale, Valtteri Bottas. Meno quadrato rispetto alla scorsa settimana ma comunque solidissimo, il finlandese è partito quarto per sbarazzarsi quasi subito della McLaren di Carlos Sainz. La caccia a Max Verstappen, complice una strategia di gara che puntava ad allungare quanto più possibile il primo stint, e quindi votata al possibile ingresso di una Safety Car o, comunque, a un finale all’attacco, si è completata solo negli ultimi giri. E anche in questo caso, con una decina di secondi recuperati in pochi chilometri nonostante un danno aerodinamico denunciato dagli ingegneri via radio, abbiamo avuto la riprova di quanto la Mercedes sia in grado di correre in un'altra categoria rispetto a tutti gli altri, Red Bull compresa. Quasi sconsolate, sul terzo gradino del podio, le parole di un Verstappen che – come al solito – non ha regalato nulla: “Eravamo troppo lenti”. Impossibile fare meglio e il distacco abissale del compagno Alex Albon, mai in partita per il podio e addirittura a rischio di perdere la quarta posizione per mano di Sergio Perez, dà ancora di più la misura del piccolo miracolo sportivo che stava riuscendo a Max nel mantenersi davanti a Bottas.
F1 GP Stiria 2020, Red Bull Ring: Max Verstappen (Red Bull) in lotta con Valtteri Bottas (Mercedes)
PATATRAC In Stiria, poi, non c’è stata storia neppure per la Ferrari. Meglio correggersi, perché la storia, a ben vedere, c’è stata eccome. Dopo una qualifica in cui entrambe le Rosse sono naufragate come da tradizione in tutte le sessioni sul bagnato, il Cavallino si preparava alle sportellate con Racing Point, Renault e McLaren – scegliete voi l’ordine che preferite – per un piazzamento in zona punti. È finita ancora prima di cominciare, è finita forse nell’unico modo che avrebbe permesso alla Ferrari di strappare titoli da prima pagina dinanzi alla pochezza di questo avvio di campionato. È finita, cioè, in una bella frittatona rossa, dopo pochissimi metri e ancor prima che si potessero raccogliere feedback sul funzionamento in gara dei tanto agognati aggiornamenti della SF1000, su cui inevitabilmente poggiano le ambizioni del team in questa stagione (e non solo). Ed è finita per mano – e non lo ha nascosto proprio nessuno – di quello che fino a qualche giorno fa era stato il salvatore della Patria.
F1 GP Stiria 2020, Red Bull Ring: la monoposto danneggiata di Sebastian Vettel (Ferrari)
ALTA TENSIONE Chiariamoci subito: quello di Charles in curva-3 è stato un “normale” errore di guida nelle concitate fasi di inizio gara. Sbagliato sarebbe attribuire significati nascosti a una manovra di un pilota che, partito quattordicesimo, consapevole di non avere una gran macchina sotto il sedere, stava semplicemente provando a chiudere il primo giro nella miglior posizione possibile. Troppa foga, errore grave perché ha coinvolto anche l’incolpevole compagno di squadra – a parti invertite, forse, ne avremmo parlato per mesi – ma niente di più. Leclerc rimane il pilota fenomenale che alcuni hanno conosciuto solosette giorni fa, ma con i fisiologici limiti d’esperienza che avevamo già conosciuto nella passata stagione (ad esempio nel Gp di casa a Monaco). Bravo è Mattia Binotto ametterci la faccia, a imporre a Charles discusarsi pubblicamentemostrando all’esterno una compattezza forse persino stucchevole. Inevitabile, però, che ora si addensino nubi dinanzi a una macchina che oggettivamente non funziona, oltre che sulla tenuta di una coppia che era già finita a contatto non più tardi di tre gare fa, nel Gp del Brasile della passata stagione. Con certe premesse, non è detto che il doppio zero nel Gp di Stiria sia il punto più basso di questa storia.