Il mondo della Formula 1 e, in generale, quello dell’automobilismo sportivo e non, piangono Mauro Forghieri. Ingegnere e progettista è stato uno degli uomini più vincenti nella storia della massima serie, legando il proprio nome all’epopea dei grandi successi della Ferrari, scuderia che ha guidato da direttore tecnico dal 1962 al 1971 e poi dal 1973 al 1984. Tra i suoi capolavori, le fortunate monoposto della serie 312, che trionfarono in F1 tra le mani di Niki Lauda e Jody Scheckter e che contribuirono alla nascita del mito di Gilles Villeneuve. Forghieri si è spento oggi, 2 novembre 2022, nella sua amata Modena all’età di 87 anni.
Mauro Forghieri ed Enzo Ferrari
I TRIONFI IN F1 Con 11 titoli Mondiali all’attivo, 7 Costruttori e 4 Piloti, e 54 trionfi in singoli GP iridati tra il 1962 e il 1984 – tutti vinti dalle Ferrari da Formula 1 interamente concepite (sia sul piano telaistico che meccanico e motoristico) dal suo estro – Mauro Forghieri ha scritto pagine indelebili dell’automobilismo sportivo. Già a partire dal 1964 quando, giovanissimo e a soli due anni dall’approdo a Maranello, l’ingegnere modenese diede vita alla Ferrari 158 che, con John Surtees al volante, gli regalò i suoi primi due campionati del mondo. Vittorie sì, ma anche vere e proprie pietre miliari per la storia della Formula 1 se consideriamo che fu proprio Forghieri, nel 1968, a introdurre i primi alettoni che rivoluzionarono l’estetica e le performance delle monoposto dell’epoca.
F1: Mauro Forghieri nel 1984 a colloquio con Michele Alboreto
OLTRE LA FERRARI Se la parte principale della carriera di Forghieri è coincisa con la parentesi lunga 25 anni alla corte di Enzo Ferrari, non sono mancate esperienze altrove. Il rapporto con il Drake era di enorme fiducia reciproca ma talvolta di conflitto, e questo portò l’ingegnere a dimettersi dal suo ruolo di capo progettista di Maranello: era il 1984, dopo che l’ingresso della Fiat nella compagine societaria aveva preannunciato una profonda ristrutturazione. Nel 1987, lasciò la rossa per passare in Lamborghini, costruttore per conto del quale Forghieri progettò un V12 aspirato che debuttò in F1 nel 1989, a bordo della Larousse. Seguì l’ingresso semiufficiale in F1 da parte della casa di Sant’Agata Bolognese, con la Lambo 291 che disputò una sola sfortunata stagione, nel 1991, sotto le insegne del Modena Team.
F1: Mauro Forghieri al muretto box
GLI ULTIMI ANNI Sarà quella l’ultima apparizione in F1 di una monoposto concepita dal genio di Forghieri, che poi passò alla rinata Bugatti in qualità di direttore tecnico e, infine, dal 1994, proseguì il proprio lavoro in qualità di consulente. Non sono mancate anche numerose apparizioni in tv in qualità di commentatore e opinionista, come a cavallo dell’inizio del nuovo millennio, anni in cui la Formula 1 era trasmessa dalla pay-tv satellitare Tele+ e l’ingegnere fu in grado di distinguersi per la grande precisione e competenza delle proprie analisi. Un vero e proprio gigante che, a tutto tondo, non è soltanto stato testimone di un’epoca pionieristica ormai lontana, ma che ha scritto in prima persona pagine indimenticabili della storia dei motori.